C’è un’età felice, tra la giovinezza e la vecchiaia, in cui un uomo può permettersi di non prendere la propria vita come un fatto personale. È ancora lontana la mano ingiallita che conterà e riconterà, meschina o malinconica, il mucchio di spiccioli ormai inalterabile, mentre l’appassionato e capriccioso egocentrismo con cui ieri guardavamo noi stessi recitare importantissime parti al centro di palcoscenici immaginari, ha cessato di opprimerci con la sua pre-copernicana invadenza. Chi è Fruttero, in quest’età leggera? chi è Lucentini? Ma niente, nessuno, chiunque. La cosa è priva di ogni interesse, conta soltanto ciò che si fa da un giorno all’altro, da un mese all’altro, e soltanto mentre lo si fa; l’unico orgoglio è di essere infine riusciti a non sentirsi eroi, personaggi, protagonisti…
Carlo Fruttero, citato da Claudio Giunta in Su “Opere di bottega” di Fruttero e Lucentini,
Domenicale del Sole 24 ore (8/12/2019)
Nessun commento:
Posta un commento