venerdì 30 novembre 2018

Bouvard e Pecuchet

Per Arbasino è il secondo libro più bello del mondo dopo Con Chisciotte.
Akaki di Il cappotto di Gogol era un copista e così Bouvard e Pecuchet.

martedì 27 novembre 2018

Proust e l'Idiota

Proust non era certo epigono di nessuno, mentre scriveva la Recherche rileggeva instancabilmente L'idiota.
Claudio Piersanti, Prefazione a Cechov.
Feltrinelli

lunedì 26 novembre 2018

È finito.

Post conclusione anno russo. 🇷🇺🇷🇺❤😭😍
E' finito.

Questa storia dell’anno russo è nata così: con uno schiaffo, anzi due. Pensandoci adesso in un modo moooolto russo.
Il primo me lo ha dato Mauro dicendomi che era ridicolo che io parlassi sempre di libri e poi non avevo neanche letto i russi. BOOM!

Secondo schiaffo Elena la mia collega, donna di numeri e grandissima lettrice, un genio totale che un giorno con una discreta asprezza, tipica sua, mi ha detto ma che cazzo leggi le biografie. Leggi le opere.

A volte riconosco la verità anche quando fa male e allora è iniziata questa idea di leggere solo romanzi russi. Insomma un progetto che parte dall’ignoranza, la mia. Elena e Mauro avevano letto tutto.

Le regole che io e Elena ci siamo date sono state poche ma ferree: leggere solo le opere, niente critica (di nascosto io ho tradito questa regola), definire un numero di pagine più o meno giornaliero e rispettare una lista di titoli decisi insieme. Come? Aprendo wikipedia pagina Capolavori della letteratura russa. Ma appena abbiamo deciso di partire con Dostevskij una incredibile forza di attrazione ha iniziato a far turbinare un sacco di eventi russi intorno a noi.

E qui c'è la meravigliosa forza della rete poiché moltissimi miei contatti hanno iniziato a inviarmi segnalazioni di spettacoli teatrali, film, presentazioni di libri e corsi di letteratura russa. Ho anche ereditato una biblioteca russa, grazie ancora Angelo Cimarosti.

Prima di tutto la mia libreria di quartiere che ha organizzato una lettura dei  Racconti di un giovane medico di Bulgakov, da parte di Paolo Nori che li ha tradotti per Marco Y Marcos. Incontro importante.

Paolo ha un bel accento emiliano e mentre legge apre le braccia e a volte si tocca il cuore come a dire dai state con me che la vediamo 'sta Russia. Il suo accento, la sua passione hanno semplificato, avvicinato e reso tutto meno astruso, più vicino tanto che sembravano i racconti di un giovane medico della Lomellina, della campagna pavese e non della lontanissima Russia.
E da lì è nata una grande febbre come dice Manganelli

Non ha senso, secondo me, dire quali siano i romanzi più belli perché appunto, basta aprire Wikipedia. E poi sono gusti. E nulla è più noioso di una discussione riguardo la superiorità dei I fratelli Karamazov o di Delitto e castigo.

L’amore, l’interesse, la passione nascono sempre da scintille, scintille che sono sempre personali.
Qualcosa che leggi e ti parla, ti risuona. Mai mi sono sentita più vicina nella vita a quello che scriveva un giovane medico nel Caucaso nel 1919, dove Bulgakov ha scritto i suoi racconti. Quel medico ero io, i suoi pazienti, il suo manuale di anatomia e la sua faccia giovane giovane.

Quindi come alcuni mi hanno chiesto vi consiglio se volete 5 cose, brevi, meravigliose che hanno una forte probabilità di farvi innamorare della letteratura russa:

1. I racconti di un giovane medico di Michail Bulgakov
2. La sparatoria di Puskin
3. La steppa di Cechov
4. Il cappotto di Gogol’

E se si accende qualche cosa, ed è molto probabile, allora può darsi che vi venga voglia di leggere anche qualche cosa di più lungo e allora leggete Il Maestro e Margherita perché è una delle cose più belle che potete fare.

Adesso ho capito che devo smettere perché oggi attraversando la strada ho immaginato che mi venisse incontro una tarantas, e gli alberi di viale Argonne mi sono sembrate betulle. Russia del mio cuore, sei stata una delle cose più belle della mia vita.

Capire la guerra

«Io più di chiunque altro sono debitore di molte cose a Stendhal. Egli mi ha insegnato a capire la guerra».
Tolstoj, Resurrezione, prefazione.
Garzanti

domenica 25 novembre 2018

Migranti

Siamo tutti migranti, ci si muove. Siamo persone contemporanee, che significa essere più cose contemporaneamente.
Giuseppe Mastromatteo.
Maledetti fotografi.

venerdì 23 novembre 2018

Educazione siberiana

Studiare tantissimo "perché l’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000 e per questo è il padrone". Religiosi sì ma con tutte le battaglie della Sinistra, quelle importanti. E poi correre, nuotare, giocare a tennis ma soprattutto sciare.
Insomma Sparta.

Mio papà era felice solo a 2000 metri e lui che aveva imparato a sciare da solo e con rabbia, pensava che anche io fossi felice in alta quota.
Ricordo come un incubo il freddo delle 5 di mattina in attesa del torpedone dello sci club Maggiolino di Opera destinazione: Cervinia. Tutte le domeniche da sant’Ambrogio a metà marzo. Ripeto: tutte le domeniche.

Sulla spalla sinistra gli sci Rossignol, nella mano destra la borsa con gli scarponi e sulle spalle lo zaino con la cioccolata, il Tea caldo e i panini. Odore del gas di scarico dei pullman. E via a cantare: Autista dal cuore gentil l’autogrill, l’autogrill!

A fine degli anni ’70 si sciava in jeans e galosce della invicta a righe blu e occhiali a specchio della Salice. Non esistevano i tessuti tecnici quindi se cadevi spesso, e io cadevo spesso, voleva dire morire.

Mio padre e mio zio Elvio, sciatori bravissimi e instancabili, avevano una fiaschetta d’argento con dentro dell’alcool, normalmente proibitissimo a noi bambini, ma che serviva lì per darci coraggio. Ce ne voleva a buttarsi giù dal Plateau Rosà  a 2000 metri il 7 dicembre a – 15. C’era pure la nebbia. E via e su e giù e su e giù. Con una specie di pasta bianca sulle labbra come la biacca del teatro kabuki, rossetto Piz Buin.

Appena ho avuto l’età della ragione ho avuto il coraggio di dire a mio padre che sciare mi faceva schifo, che faceva freddo, che cadevo, che bisognava litigare con chi non rispettava la fila. E io volevo solo leggere.

Qualche settimana fa alcuni amici torinesi ci hanno invitato a cena e ci hanno offerto il caffè e delle zollette di zucchero dentro un vasetto di vetro in un liquido verdastro. E ignorando le regole principali della chimica guardavo le zollette e non mi capacitavo del fatto che lo zucchero non si sciogliesse e poi che strana quella pinzetta d’argento con piccole zampe di gallina che servivano per prendere le zollette. 

Chiacchierando e un po’ sovrapensiero ho messo sopra la lingua una zolletta di zucchero imbevuta di  liquore e in un attimo ho rivisto tutto: l’operaio che conosce 100 parole, i Rossignol, le galosce, gli occhiali a specchio, i -15 e la giacca da sci blu di mio papà a cui aveva attaccato una specie di stella di metallo della Nordica per chiudere bene i ganci  degli scarponi.

Ecco la mia educazione ha il sapore di un liquore alle erbe di montagna.
È stata un’educazione siberiana che ha il sapore di Genepy.

sabato 17 novembre 2018

sabato 10 novembre 2018

È stata una febbre bellissima

Chiudere in bellezza un anno di letture bellissimo con Gogol.

Leggere i russi» è un’esperienza che molti fanno nell’adolescenza, più o meno al tempo delle sigarette e dei primi, sani desideri di scappare di casa e andare a fare il mozzo. Di questi desideri i «russi» sono i più tenaci, e se poche sono le possibilità che ci si dedichi a correre lungo i moli in cerca di un brigantino, assai minori sono quelle di liberarsi di un Dostoevskij una volta che vi è entrato nel sangue. Ma non è solo lui; non esistono disintossicanti per Gogol, ed è molto più facile dimenticare il numero del telefono del primo amore, che la prima lettura della Sonata a Kreutzer di Tolstoj, o della Steppa di Cechov. Così accade che, periodicamente, nella vita, veniamo accolti da un attacco di «leggere i russi».
Manganelli.

giovedì 8 novembre 2018

Nabokov e Cristiano Ronaldo

Ieri sera al corso di letteratura russa abbiamo discusso a lungo del libro di Nabokov su Gogol, che dovevamo leggere. Abbiamo parlato tanto della  cattiveria di Nabokov che in poche parole stava sulle palle a tutti. Dico a quelli del corso: 20 persone!
E io ho ascoltato tanto senza riuscire a dire quello che mi si è chiarito adesso, alle 6 del mattino,  dopo aver visto il goal di Ronaldo.
Che io chiamo sempre Cristiano Ronaldo perché per me Ronaldo sarà sempre Ronaldo quello che ha giocato nell'Inter e poi è diventato grassissimo.

Insomma a me CR7, la Juve, Moggi, gli arbitri, gli juventini, i gobbi maledetti (si scherza eh state boni) non mi piacciono sono interista e il tifo è generato forse più da un odio contro che da un amore per. Gli interisti odiano gli juventini più dei milanisti.
Comunque quando stamattina ho visto il goal di Ronaldo ho pensato che non mi interessa di MoggilaJuvegliarbitriigobbimaledetti ma che è stato così bello ma così bello quel goal che sono grata alla Juve che lo ha comperato.

Ecco Nabokov è così. Gli sono così grata per questo libro perché è così bravo ma così bravo che non mi interessa MoggilaJuvegliarbitriigobbimaledetti.
#ilmioannorusso #recensionialternative

giovedì 1 novembre 2018

Ispettore di ghiaie

Aveva un impiego gogoliano esperto e ispettore di ghiaie. Ne era felice: stipendio modesto, poco lavoro e nessuna prospettiva, in compenso capi accomodanti e paciosi che ai limitavano a soddisfare la norma minima di produzione.
Serena Vitale A Mosca, a Mosca

Biot

Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...