martedì 26 giugno 2018

Un enorme campo di grano saraceno

Guarda orfano.
Agli occhi addormentati del ragazzo la città apparve come un enorme campo di grano saraceno: fitta, variopinta, si estendeva senza fine, in mezzo spuntavano come i fiori gialli le Cupole d'oro delle chiese e le strade la solcavano come pieghe scure.  La città facendosi più grande diventava sempre più variopinta verde, rossa, grigia, oro, brillava tutta riflettendo i raggi del sole sui vetri delle infinite finestre e sulle Cupole d'oro delle chiese accendeva nel cuore l'attesa di qualcosa di straordinario.

Romanzo di un uomo inutile, M. Gorkij, UTET p.18

domenica 17 giugno 2018

Questo Dostoevskij galleggia

È stato bello ieri in libreria ascoltare il professor Malcovati. Ho scoperto che ha insegnato russo anche all'università di Pavia ma allora, quando studiavo lì, non piegavo ancora verso la Russia.
Anzi la Russia non esisteva.
Ieri ci ha un po' strapazzato come fa lui. Con quel sadismo che a me diverte molto anche se a volte sei lì in bilico tra lo mando a fare in culo o rido?
Sicuramente avete letto X questo passo che dice... e tutti in silenzio, ansia palese. ALLORA VADO VIA.
Ma cosa siete venuti a fare se non avete letto y? Il problema è che se dici sì l'ho letto poi non ti molla e ti fa domande ultra specifiche davanti a tutti che è subito esame di maturità.
Insomma ti accorgi della differenza tra leggere e avere le cose in testa appiccicate come i post it non originali che dopo un po' si staccano dalla parete, prima si stortano e poi cadono a terra come le rondini.
E invece sapere. Avere Dostoevskij sulle punte delle dita e passare dalla scure di Delitto e Castigo alla confessione di Smerdiakoff e i rubli nella calza all'omicidio di Satov così come niente. VI RICORDATE NOOOO?
E poi digressione su Tolstoj:  vi ricordate lì la Karenina no? Che colore è  il secondo vestito? Bianco?
NOOOOO. Nero!!! 
Insomma mi sono sentita un asino.
Insomma bello.
Bellissimo. E ho pensato dobbiamo renderlo più solido 'sto Dostoevskij galleggia ancora in me come i post it di cattiva qualità.

domenica 10 giugno 2018

Chiedere permesso

All'inizio di Guerra e Pace è tutta una festa . Ma nello stesso tempo è anche  quello strano tempo di quando si aspetta che qualcuno muoia.
C'è un passo che mi ha ricordato quando è morto mio padre. A un certo punto hanno iniziato ad entrare in casa le persone a fare le condoglianze. Persone che, non avevo voglia di vedere.
Anzi che detestavo abbastanza. Un gruppo di donne della Chiesa erano arrivate per il rosario e con una energia tutta padana hanno iniziato a dire loro cose, le loro preghiere senza chiedere possiamo?

Pierre attraversò la porta, camminando sul molle tappeto, e si accorse che l'aiutante di campo, la signora sconosciuta e anche qualcuno dei domestici lo seguivano come se ormai non ci fosse più bisogno di chieder permesso per entrare in quella camera.

Ecco. Nelle stanze dove ci sono i morti si entra senza permesso.

domenica 3 giugno 2018

I camerieri di Guerra e Pace

Mi sono insopportabili le donne in Guerra e Pace. Per ora mi piacciono solo i camerieri che bevono il vino lasciato sui tavoli, che non capiscono quando i vari personaggi parlano in francese, ai quali strappano i mantelli di mano e che, secondo me, si augurano che il deficiente di Dolòchov voli dalla finestra dopo aver bevuto la bottiglia di rhum.

"Uno dei domestici, che aveva cominciato a togliere via i bicchieri, rimase mezzo curvo come si trovava, senza staccare gli occhi dalla finestra e dalla schiena di Dolòchov".

sabato 2 giugno 2018

Quelli che contano

Sembra che ci siano mille persone in Guerra e Pace.
Ma alla fine basta prendere penna e quaderno,  fare uno schema e ti accorgi che è come in Italia sono solo tre famiglie in croce quelle che contano.
Un grande cambiarsi d'abiti.
E poi certo c'è Napoleone "il più grande uomo del mondo" dice Pierre.
E la carne da cannone.
Tempi duri. Proprio come in Italia. Adesso.
#ilmioannorusso

Guerra e Pace, Lev Tolstoj, Einaudi.

Biot

Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...