lunedì 31 dicembre 2018

Fremono come il ragno

essi indovinano le borse nelle tasche, fiutano gli orologi nei taschini; l’oro e l’argento hanno per loro un odore. Vi sono ingenui borghesi di cui potremmo dire che han la faccia di gente derubabile e che quegli altri seguono con pazienza; al passaggio di un forestiero o di un provinciale fremono come il ragno.

Come descrive Hugo i borseggiatori.
Fremono come il ragno.
I Miserabili, V.H.

domenica 30 dicembre 2018

Personaggi secondari

Che belli che sono i personaggi secondari nei romanzi. Anzi neanche, quelli che sono gli assistenti dei personaggi secondari, poco più che comparse. Di solito sono descritti in mezza paginetta, qualche tratto.
Insomma non contano un cazzo, in sintesi.
Non sono le Fantine, i Marius, i Jean Valejean, i Javert che sono dei Titani.

Mi piacciono le perpetue del vescovo di Digne preoccupate delle loro posate d'argento, la cameriera del signor Mabeuf alla quale Hugo dedica pochissime righe. E dato che sa leggere, cosa che doveva essere rara, la chiama Mamma  Plutarco e le mette in bocca una riflessione bellissima sulla lettura ad alta voce.

Il signor Mabeuf non mancava di piaceri innocenti, poco costosi e inattesi che la minima occasione gli forniva. Una volta mamma Plutarco leggeva un romanzo in un angolo della stanza e leggeva forte, sembrandole così di capire meglio. Leggere forte, è affermare a se stessi la lettura; vi sono persone che leggendo ad alta voce, sembrano dare a se stessi la parola d’onore di quanto leggono. I Miserabili V.H. 👀🇫🇷🇫🇷🥀

venerdì 21 dicembre 2018

Alfonsina

Sotto il mio ufficio, in via Ventura a Milano, vedo spesso una macchinone grigio metallizzato e sul tetto ha quelle specie di V di metallo per trasportare le biciclette.
Sulle fiancate la scritta ALFONSINA. 
Un giorno ho fatto anche una foto e l'ho inviata a una cara amica che è stata una promessa del ciclismo. Avevo messo anche delle faccine 😍😃😃 tipo "che buffo nome" per un team di ciclisti. E poi saluti e baci corriamo ancora insieme. Ciao.
Pensavo a uno sponsor: che so tagliatelle Alfonsina.
Dopo anni per caso, arrivo a questo link: 
Inizio a leggere, ore di leggere la vita di Alfonsina Strada.
Non era quindi una marca di pasta.
Alfonsina Strada  corso in tutta Europa. Anche in Russia!
Nel 1924 ha partecipato al Giro d'Italia. Ripeto 1924.
Si è sposata, perché usava così, e incredibilmente il marito l'ha sostenuta. Alfonsina ha continuato a pedalare tutta la vita. A Milano in via Varesine ha aperto un negozio di bici con il marito.
Finito con la bici, si è comprata una Guzzi strepitosa. Poi una caduta stupida sulla Guzzi, quelle cose un po' beffarde che a volte capitano alle persone che vivono una vita pericolosissima, l'ha portata via.
A volte le storie fanno il loro giro come il vento ma se sono belle ritornano prima o poi. #alfonsinativogliobene
La vita felice di Elena Varvello.

Romanzo bellissimo. Con un incipit dove già  si capisce tutto. 
Buio, il freddo. La notte, il bosco.
Non un filo di luce. 
E un ragazzo, Elia, che diventa uomo. 
Mi ha fatto venire in mente per antitesi Mignon è partita.
Un film di tanti anni fa di Francesca Archibugi. 
Anche lì c'è un ragazzo; Giorgio, che diventa grande però nel sole di Roma, in una famiglia numerosa e incasinata. Anche questa con i suoi segreti. 



 

  

La bambola delle signorine

Cosette aveva oltrepassato tutti i limiti, attentando alla bambola di quelle “signorine”.

Una zarina che vedesse un mugik provarsi il gran cordone azzurro del figlio imperiale non avrebbe una faccia diversa.

I Miserabili V.H.

giovedì 20 dicembre 2018

Imprecare contro i cavalli

La diligenza si mise in moto: oltrepassata la barriera, il vetturale tentò di attaccar discorso, ma il viaggiatore rispondeva soltanto a monosillabi tanto che quegli decise di fischiare e di imprecare contro i cavalli.
I Miserabili V.H.

Invece uno dei servitori di Cicikov faceva dei ragionamenti coi suoi cavalli.

martedì 18 dicembre 2018

Napoleone

Napoleone, questo cupo atleta del pugilato della guerra.

La chose de Waterloo

Bauduin tué, Foy blessé, l’incendie, le massacre, le carnage, un ruisseau fait de sang anglais, de sang allemand et de sang français, furieusement mêlés, un puits comblé de cadavres, le régiment de Nassau et le régiment de Brunswick détruits, Duplat tué, Blackmann tué, les gardes anglaises mutilées, vingt bataillons français, sur les quarante du corps de Reille, décimés, trois mille hommes, dans cette seule masure de Hougomont, sabrés, écharpés, égorgés, fusillés, brûlés ; et tout cela pour qu’aujourd’hui un paysan dise à un voyageur : Monsieur, donnez-moi trois francs ; si vous aimez, je vous expliquerai la chose de Waterloo !
I Miserabili, V. H.

lunedì 17 dicembre 2018

Un tacchino fa la ruota

una buca per il letame, zappe e pale, alcuni carretti, un vecchio pozzo con la pietra e la manovella di ferro, un puledro che salta, un tacchino che fa la ruota, una cappella sormontata da un piccolo campanile, un pero fiorito a spalliera sul muro della cappella, ecco il cortile la cui conquista fu un sogno di Napoleone. Se avesse potuto impadronirsene, quest’angolo di terra gli avrebbe forse dato il mondo. Alcune galline vi sparpagliano col becco la polvere: si sente un brontolio: è un grosso cane che digrigna i denti e sostituisce gli inglesi.
I Miserabili, V. Hugo

venerdì 7 dicembre 2018

Carattere grande

Io amo leggere e amo anche i libri in ogni loro aspetto: Il contenuto, l'autore a volte, l'oggetto libro, le storie delle case editrici e degli editori. Quest'anno ho parlato tanto con alcuni traduttori e mi affascina molto questo duro e bellissimo lavoro.

Per la traduzione de I Miserabili è andata così. Chiedo a Torino al librario della Feltrinelli che traduzioni avete?
Mi fa vedere un edizione Mondadori, e due volumi Einaudi impacchettati. Chiedo se posso aprire la confezione di plastica per vedere la grandezza del carattere.
No.  (NO comment)
Allora mi dia questa di Mondadori che ha un carattere grande.
Gli occhiali progressivi funzionano benissimo ma invecchiando comunque faccio più fatica a leggere. Torno a casa e cerco di scoprire se ho fatto una stupidata e scopro una storia bellissima.

La traduttrice Marisa Zini di Torino è stata l'insegnante privata di Primo Levi e questa cosa mi piace tantissimo. Ne parla Primo Levi stesso nel bel libro di Giovanni Tesio, il papà di Enrica Tesio,  Giovanni Tesio ha scritto un bel libro intervista a Primo Levi e dice:

"E dunque hai sostenuto l’esame come privatista alla Rignon e poi sei passato al ginnasio? Sí, al D’Azeglio. Ma come ti dicevo la prima ginnasio l’ho fatta privatamente. Certo, con Marisa Zini a farti lezione".

Io che vi parlo: conversazione con Primo Levi, Giovanni Tesio, Einaudi.

Quindi a volte sono fortunata e delle scelte un po' così si rivelano delle grande intuizioni.

lunedì 3 dicembre 2018

I miserabili

"Il bello è altrettanto utile dell’utile.» E dopo un attimo di silenzio: «Più ancora, forse».

Raskolnikov

Calendario dell'avvento.
1/25 Il primo libro che ho letto è stato Delitto e Castigo. E adesso che lo sto riaprendo mi è tornata voglia di rileggerlo. La cosa che mi ricordo che mi ha stupito tanto è che è un libro dove fa caldissimo. È ambientato a luglio.
E io che non sapevo niente della Russia allora, ma anche adesso, pensavo che facesse sempre freddo come quelli che mi hanno chiesto se a Mosca questa estate c'era la neve. La Russia signori è lontana.
E dato che si chiama Delitto e Castigo non ritengo sia spoiler dire che viene ammazzato qualcuno.
Una volta in pausa pranzo sono stata cazziata perché parlavo del film Dunkirk e qualcuno mi ha detto "non spoilerare".
La seconda guerra mondiale non è spoiler.
E poi mi sono imbattuta in un dei più grandi misteri del leggere i russi: a un certo punto viene a tutti la febbre cerebrale.
E muoiono.
Ma cos'è? Io ho due amici carissimi medici ma quando li vedo dobbiamo parlare già di così tante rotture di palle che non posso disturbarli pure con la febbre di Raskolnikov. Ultima cosa quando ho visto Damiano, il cantante dei Maneskin ho pensato eccolo Raskolnikov è così. 😁 #avventosovietico #auguriateefamiglia 1/25

Romanzi non finiti

Mi piacciono i romanzi non finiti e Romanzo teatrale è un romanzo non finito, come tante opere di Bulgakov.
Una figura strepitosa di Romanzo teatrale è Poliksena Toropeckaja segretaria del teatro che è incaricata tra le altre cose di rispondere ai questuanti al telefono che vogliono i biglietti del teatro gratis.
E nessuno si sognerebbe di entrare in un negozio di alimentari e di prendere un barattolo di aringhe senza pagare dice Bulgakov. In teatro invece...
#avventosovietico 2/25

Raskolnikov

Calendario dell'avvento.
1/25 Il primo libro che ho letto è stato Delitto e Castigo. E adesso che lo sto riaprendo mi è tornata voglia di rileggerlo. La cosa che mi ricordo che mi ha stupito tanto è che è un libro dove fa caldissimo. È ambientato a luglio.
E io che non sapevo niente della Russia allora, ma anche adesso, pensavo che facesse sempre freddo come quelli che mi hanno chiesto se a Mosca questa estate c'era la neve. La Russia signori è lontana.
E dato che si chiama Delitto e Castigo non ritengo sia spoiler dire che viene ammazzato qualcuno.
Una volta in pausa pranzo sono stata cazziata perché parlavo del film Dunkirk e qualcuno mi ha detto "non spoilerare".
La seconda guerra mondiale non è spoiler.
E poi mi sono imbattuta in un dei più grandi misteri del leggere i russi: a un certo punto viene a tutti la febbre cerebrale.
E muoiono.
Ma cos'è? Io ho due amici carissimi medici ma quando li vedo dobbiamo parlare già di così tante rotture di palle che non posso disturbarli pure con la febbre di Raskolnikov. Ultima cosa quando ho visto Damiano, il cantante dei Maneskin ho pensato eccolo Raskolnikov è così. 😁 #avventosovietico #auguriateefamiglia 1/25

Monsignore

Il giocatore l'ho letto da giovane, credo in un pomeriggio, nelle edizioni Bompiani dei classici che vendevano con L'espresso negli anni '80.

Non capivo perché quando l'ho riletto in questo anno russo mi veniva in mente l'ufficio di collocamento. A proposito esiste ancora? Poi rileggendolo ho capito. A un certo punto il protagonista si arrabbia tantissimo e dice:

"Io ci sputo nel caffè del vostro Monsignore!"

Allora ho capito. Quando ero una bambina mi ricordo che quando qualcuno perdeva il lavoro si andava dal Monsignore. Mia nonna, donna devota, lo diceva a mia mamma con un po' di rimprovero perché non ci rifiutavamo di rivolgerci al Munsignur.
Era causa di mio papà e delle sue idee rosse, di giustizia e odio delle raccomandazioni. Per anni ho creduto che i Monsignori fossero una specie di agenzia interinale.
Innocenza benedetta. 3/25

sabato 1 dicembre 2018

Delitto e Castigo 1/25

Calendario dell'avvento.
1/25 Il primo libro che ho letto è stato Delitto e Castigo. E adesso che lo sto riaprendo mi è tornata voglia di rileggerlo. La cosa che mi ricordo che mi ha stupito tanto è che è un libro dove fa caldissimo. È ambientato a luglio. 
E io che non sapevo niente della Russia allora, ma anche adesso, pensavo che facesse sempre freddo come quelli che mi hanno chiesto se a Mosca questa estate c'era la neve. La Russia signori è lontana.
E dato che si chiama Delitto e Castigo non ritengo sia spoiler dire che viene ammazzato qualcuno.
Una volta in pausa pranzo sono stata cazziata perché parlavo del film Dunkirk e qualcuno mi ha detto "non spoilerare".
La seconda guerra mondiale non è spoiler.
E poi mi sono imbattuta in un dei più grandi misteri del leggere i russi: a un certo punto viene a tutti la febbre cerebrale.
E muoiono.
Ma cos'è? Io ho due amici carissimi medici ma quando li vedo dobbiamo parlare già di così tante rotture di palle che non posso disturbarli pure con la febbre di Raskolnikov. Ultima cosa quando ho visto Damiano, il cantante dei Maneskin ho pensato eccolo Raskolnikov è così. 😁 #avventosovietico#auguriateefamiglia 1/25

Avvento sovietico



Calendario dell'avvento con i 25 libri russi che ho fatto bene a leggere. 
Non sono né delle recensioni perché non sono capace né delle critiche (che prova tu a scrivere e ti passa subito la voglia di stroncare, parola orrenda). 
Solo cose belle che tra poco è Natale. 🎄🎄🏂 
Cose brevi anche che c'entrano con il libro certo, la Russia ma anche la campagna pavese dove sono nata. 
Forse sono la stessa cosa. #avventosovietico #auguri #auguriateefamiglia

venerdì 30 novembre 2018

Bouvard e Pecuchet

Per Arbasino è il secondo libro più bello del mondo dopo Con Chisciotte.
Akaki di Il cappotto di Gogol era un copista e così Bouvard e Pecuchet.

martedì 27 novembre 2018

Proust e l'Idiota

Proust non era certo epigono di nessuno, mentre scriveva la Recherche rileggeva instancabilmente L'idiota.
Claudio Piersanti, Prefazione a Cechov.
Feltrinelli

lunedì 26 novembre 2018

È finito.

Post conclusione anno russo. 🇷🇺🇷🇺❤😭😍
E' finito.

Questa storia dell’anno russo è nata così: con uno schiaffo, anzi due. Pensandoci adesso in un modo moooolto russo.
Il primo me lo ha dato Mauro dicendomi che era ridicolo che io parlassi sempre di libri e poi non avevo neanche letto i russi. BOOM!

Secondo schiaffo Elena la mia collega, donna di numeri e grandissima lettrice, un genio totale che un giorno con una discreta asprezza, tipica sua, mi ha detto ma che cazzo leggi le biografie. Leggi le opere.

A volte riconosco la verità anche quando fa male e allora è iniziata questa idea di leggere solo romanzi russi. Insomma un progetto che parte dall’ignoranza, la mia. Elena e Mauro avevano letto tutto.

Le regole che io e Elena ci siamo date sono state poche ma ferree: leggere solo le opere, niente critica (di nascosto io ho tradito questa regola), definire un numero di pagine più o meno giornaliero e rispettare una lista di titoli decisi insieme. Come? Aprendo wikipedia pagina Capolavori della letteratura russa. Ma appena abbiamo deciso di partire con Dostevskij una incredibile forza di attrazione ha iniziato a far turbinare un sacco di eventi russi intorno a noi.

E qui c'è la meravigliosa forza della rete poiché moltissimi miei contatti hanno iniziato a inviarmi segnalazioni di spettacoli teatrali, film, presentazioni di libri e corsi di letteratura russa. Ho anche ereditato una biblioteca russa, grazie ancora Angelo Cimarosti.

Prima di tutto la mia libreria di quartiere che ha organizzato una lettura dei  Racconti di un giovane medico di Bulgakov, da parte di Paolo Nori che li ha tradotti per Marco Y Marcos. Incontro importante.

Paolo ha un bel accento emiliano e mentre legge apre le braccia e a volte si tocca il cuore come a dire dai state con me che la vediamo 'sta Russia. Il suo accento, la sua passione hanno semplificato, avvicinato e reso tutto meno astruso, più vicino tanto che sembravano i racconti di un giovane medico della Lomellina, della campagna pavese e non della lontanissima Russia.
E da lì è nata una grande febbre come dice Manganelli

Non ha senso, secondo me, dire quali siano i romanzi più belli perché appunto, basta aprire Wikipedia. E poi sono gusti. E nulla è più noioso di una discussione riguardo la superiorità dei I fratelli Karamazov o di Delitto e castigo.

L’amore, l’interesse, la passione nascono sempre da scintille, scintille che sono sempre personali.
Qualcosa che leggi e ti parla, ti risuona. Mai mi sono sentita più vicina nella vita a quello che scriveva un giovane medico nel Caucaso nel 1919, dove Bulgakov ha scritto i suoi racconti. Quel medico ero io, i suoi pazienti, il suo manuale di anatomia e la sua faccia giovane giovane.

Quindi come alcuni mi hanno chiesto vi consiglio se volete 5 cose, brevi, meravigliose che hanno una forte probabilità di farvi innamorare della letteratura russa:

1. I racconti di un giovane medico di Michail Bulgakov
2. La sparatoria di Puskin
3. La steppa di Cechov
4. Il cappotto di Gogol’

E se si accende qualche cosa, ed è molto probabile, allora può darsi che vi venga voglia di leggere anche qualche cosa di più lungo e allora leggete Il Maestro e Margherita perché è una delle cose più belle che potete fare.

Adesso ho capito che devo smettere perché oggi attraversando la strada ho immaginato che mi venisse incontro una tarantas, e gli alberi di viale Argonne mi sono sembrate betulle. Russia del mio cuore, sei stata una delle cose più belle della mia vita.

Capire la guerra

«Io più di chiunque altro sono debitore di molte cose a Stendhal. Egli mi ha insegnato a capire la guerra».
Tolstoj, Resurrezione, prefazione.
Garzanti

domenica 25 novembre 2018

Migranti

Siamo tutti migranti, ci si muove. Siamo persone contemporanee, che significa essere più cose contemporaneamente.
Giuseppe Mastromatteo.
Maledetti fotografi.

venerdì 23 novembre 2018

Educazione siberiana

Studiare tantissimo "perché l’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000 e per questo è il padrone". Religiosi sì ma con tutte le battaglie della Sinistra, quelle importanti. E poi correre, nuotare, giocare a tennis ma soprattutto sciare.
Insomma Sparta.

Mio papà era felice solo a 2000 metri e lui che aveva imparato a sciare da solo e con rabbia, pensava che anche io fossi felice in alta quota.
Ricordo come un incubo il freddo delle 5 di mattina in attesa del torpedone dello sci club Maggiolino di Opera destinazione: Cervinia. Tutte le domeniche da sant’Ambrogio a metà marzo. Ripeto: tutte le domeniche.

Sulla spalla sinistra gli sci Rossignol, nella mano destra la borsa con gli scarponi e sulle spalle lo zaino con la cioccolata, il Tea caldo e i panini. Odore del gas di scarico dei pullman. E via a cantare: Autista dal cuore gentil l’autogrill, l’autogrill!

A fine degli anni ’70 si sciava in jeans e galosce della invicta a righe blu e occhiali a specchio della Salice. Non esistevano i tessuti tecnici quindi se cadevi spesso, e io cadevo spesso, voleva dire morire.

Mio padre e mio zio Elvio, sciatori bravissimi e instancabili, avevano una fiaschetta d’argento con dentro dell’alcool, normalmente proibitissimo a noi bambini, ma che serviva lì per darci coraggio. Ce ne voleva a buttarsi giù dal Plateau Rosà  a 2000 metri il 7 dicembre a – 15. C’era pure la nebbia. E via e su e giù e su e giù. Con una specie di pasta bianca sulle labbra come la biacca del teatro kabuki, rossetto Piz Buin.

Appena ho avuto l’età della ragione ho avuto il coraggio di dire a mio padre che sciare mi faceva schifo, che faceva freddo, che cadevo, che bisognava litigare con chi non rispettava la fila. E io volevo solo leggere.

Qualche settimana fa alcuni amici torinesi ci hanno invitato a cena e ci hanno offerto il caffè e delle zollette di zucchero dentro un vasetto di vetro in un liquido verdastro. E ignorando le regole principali della chimica guardavo le zollette e non mi capacitavo del fatto che lo zucchero non si sciogliesse e poi che strana quella pinzetta d’argento con piccole zampe di gallina che servivano per prendere le zollette. 

Chiacchierando e un po’ sovrapensiero ho messo sopra la lingua una zolletta di zucchero imbevuta di  liquore e in un attimo ho rivisto tutto: l’operaio che conosce 100 parole, i Rossignol, le galosce, gli occhiali a specchio, i -15 e la giacca da sci blu di mio papà a cui aveva attaccato una specie di stella di metallo della Nordica per chiudere bene i ganci  degli scarponi.

Ecco la mia educazione ha il sapore di un liquore alle erbe di montagna.
È stata un’educazione siberiana che ha il sapore di Genepy.

sabato 17 novembre 2018

sabato 10 novembre 2018

È stata una febbre bellissima

Chiudere in bellezza un anno di letture bellissimo con Gogol.

Leggere i russi» è un’esperienza che molti fanno nell’adolescenza, più o meno al tempo delle sigarette e dei primi, sani desideri di scappare di casa e andare a fare il mozzo. Di questi desideri i «russi» sono i più tenaci, e se poche sono le possibilità che ci si dedichi a correre lungo i moli in cerca di un brigantino, assai minori sono quelle di liberarsi di un Dostoevskij una volta che vi è entrato nel sangue. Ma non è solo lui; non esistono disintossicanti per Gogol, ed è molto più facile dimenticare il numero del telefono del primo amore, che la prima lettura della Sonata a Kreutzer di Tolstoj, o della Steppa di Cechov. Così accade che, periodicamente, nella vita, veniamo accolti da un attacco di «leggere i russi».
Manganelli.

giovedì 8 novembre 2018

Nabokov e Cristiano Ronaldo

Ieri sera al corso di letteratura russa abbiamo discusso a lungo del libro di Nabokov su Gogol, che dovevamo leggere. Abbiamo parlato tanto della  cattiveria di Nabokov che in poche parole stava sulle palle a tutti. Dico a quelli del corso: 20 persone!
E io ho ascoltato tanto senza riuscire a dire quello che mi si è chiarito adesso, alle 6 del mattino,  dopo aver visto il goal di Ronaldo.
Che io chiamo sempre Cristiano Ronaldo perché per me Ronaldo sarà sempre Ronaldo quello che ha giocato nell'Inter e poi è diventato grassissimo.

Insomma a me CR7, la Juve, Moggi, gli arbitri, gli juventini, i gobbi maledetti (si scherza eh state boni) non mi piacciono sono interista e il tifo è generato forse più da un odio contro che da un amore per. Gli interisti odiano gli juventini più dei milanisti.
Comunque quando stamattina ho visto il goal di Ronaldo ho pensato che non mi interessa di MoggilaJuvegliarbitriigobbimaledetti ma che è stato così bello ma così bello quel goal che sono grata alla Juve che lo ha comperato.

Ecco Nabokov è così. Gli sono così grata per questo libro perché è così bravo ma così bravo che non mi interessa MoggilaJuvegliarbitriigobbimaledetti.
#ilmioannorusso #recensionialternative

giovedì 1 novembre 2018

Ispettore di ghiaie

Aveva un impiego gogoliano esperto e ispettore di ghiaie. Ne era felice: stipendio modesto, poco lavoro e nessuna prospettiva, in compenso capi accomodanti e paciosi che ai limitavano a soddisfare la norma minima di produzione.
Serena Vitale A Mosca, a Mosca

domenica 28 ottobre 2018

Ma in realtà i loro occhi

Parlavano dell’ingiustizia del potere, delle sofferenze degli infelici, della povertà del popolo, ma in realtà i loro occhi, che si guardavano, protetti dalla conversazione, chiedevano senza posa: «Puoi amarmi?» e rispondevano: «Posso», e il richiamo sessuale, prendendo le forme più inaspettate e rosee, li attirava l’uno verso l’altra.
Resurrezione, Tolstoj

sabato 13 ottobre 2018

Come semi di papavero

"L'artista deve mangiare marmo e gesso, che qui abbondano, inebriarsi delle stelle della notte, che qui risplendono di uno splendore rato, riempirsi gli occhi di monaci e abati, che cospargono le vie come i semi di papavero".
N. Gogol'
Lettera a A. Danilevskij, 15 aprile 1837

lunedì 24 settembre 2018

Vestiti che vanno in pezzi

Bulgakov è uno splendido artista disuguale. Quando per esempio, leggo Il Maestro e Margherita... Sono come vestiti che vanno in pezzi per la pioggia e l'umidità.
Viktor Šklovskij, testimone di un'epoca, conversazioni con Serena Vitale
Editori Riuniti

mercoledì 15 agosto 2018

Letture

Letture a non finire di Guerra e Pace, dell'Eugenio Onegin e degli altri poemi di Puskin. Leggevano nella traduzione Rosso e Nero di Stendhal, Le due città di Dickens e i racconti brevi di Kleist.
Dottor Zivago, Boris Pasternak, Feltrinelli

martedì 26 giugno 2018

Un enorme campo di grano saraceno

Guarda orfano.
Agli occhi addormentati del ragazzo la città apparve come un enorme campo di grano saraceno: fitta, variopinta, si estendeva senza fine, in mezzo spuntavano come i fiori gialli le Cupole d'oro delle chiese e le strade la solcavano come pieghe scure.  La città facendosi più grande diventava sempre più variopinta verde, rossa, grigia, oro, brillava tutta riflettendo i raggi del sole sui vetri delle infinite finestre e sulle Cupole d'oro delle chiese accendeva nel cuore l'attesa di qualcosa di straordinario.

Romanzo di un uomo inutile, M. Gorkij, UTET p.18

domenica 17 giugno 2018

Questo Dostoevskij galleggia

È stato bello ieri in libreria ascoltare il professor Malcovati. Ho scoperto che ha insegnato russo anche all'università di Pavia ma allora, quando studiavo lì, non piegavo ancora verso la Russia.
Anzi la Russia non esisteva.
Ieri ci ha un po' strapazzato come fa lui. Con quel sadismo che a me diverte molto anche se a volte sei lì in bilico tra lo mando a fare in culo o rido?
Sicuramente avete letto X questo passo che dice... e tutti in silenzio, ansia palese. ALLORA VADO VIA.
Ma cosa siete venuti a fare se non avete letto y? Il problema è che se dici sì l'ho letto poi non ti molla e ti fa domande ultra specifiche davanti a tutti che è subito esame di maturità.
Insomma ti accorgi della differenza tra leggere e avere le cose in testa appiccicate come i post it non originali che dopo un po' si staccano dalla parete, prima si stortano e poi cadono a terra come le rondini.
E invece sapere. Avere Dostoevskij sulle punte delle dita e passare dalla scure di Delitto e Castigo alla confessione di Smerdiakoff e i rubli nella calza all'omicidio di Satov così come niente. VI RICORDATE NOOOO?
E poi digressione su Tolstoj:  vi ricordate lì la Karenina no? Che colore è  il secondo vestito? Bianco?
NOOOOO. Nero!!! 
Insomma mi sono sentita un asino.
Insomma bello.
Bellissimo. E ho pensato dobbiamo renderlo più solido 'sto Dostoevskij galleggia ancora in me come i post it di cattiva qualità.

domenica 10 giugno 2018

Chiedere permesso

All'inizio di Guerra e Pace è tutta una festa . Ma nello stesso tempo è anche  quello strano tempo di quando si aspetta che qualcuno muoia.
C'è un passo che mi ha ricordato quando è morto mio padre. A un certo punto hanno iniziato ad entrare in casa le persone a fare le condoglianze. Persone che, non avevo voglia di vedere.
Anzi che detestavo abbastanza. Un gruppo di donne della Chiesa erano arrivate per il rosario e con una energia tutta padana hanno iniziato a dire loro cose, le loro preghiere senza chiedere possiamo?

Pierre attraversò la porta, camminando sul molle tappeto, e si accorse che l'aiutante di campo, la signora sconosciuta e anche qualcuno dei domestici lo seguivano come se ormai non ci fosse più bisogno di chieder permesso per entrare in quella camera.

Ecco. Nelle stanze dove ci sono i morti si entra senza permesso.

domenica 3 giugno 2018

I camerieri di Guerra e Pace

Mi sono insopportabili le donne in Guerra e Pace. Per ora mi piacciono solo i camerieri che bevono il vino lasciato sui tavoli, che non capiscono quando i vari personaggi parlano in francese, ai quali strappano i mantelli di mano e che, secondo me, si augurano che il deficiente di Dolòchov voli dalla finestra dopo aver bevuto la bottiglia di rhum.

"Uno dei domestici, che aveva cominciato a togliere via i bicchieri, rimase mezzo curvo come si trovava, senza staccare gli occhi dalla finestra e dalla schiena di Dolòchov".

sabato 2 giugno 2018

Quelli che contano

Sembra che ci siano mille persone in Guerra e Pace.
Ma alla fine basta prendere penna e quaderno,  fare uno schema e ti accorgi che è come in Italia sono solo tre famiglie in croce quelle che contano.
Un grande cambiarsi d'abiti.
E poi certo c'è Napoleone "il più grande uomo del mondo" dice Pierre.
E la carne da cannone.
Tempi duri. Proprio come in Italia. Adesso.
#ilmioannorusso

Guerra e Pace, Lev Tolstoj, Einaudi.

mercoledì 23 maggio 2018

Il colore rosa

Tolstoj e i colori.
Per dire che dei pantaloni sono rosa pallido "cuisse de nymphe effrayée".
Guerra e Pace.

mercoledì 2 maggio 2018

Ci sputo!

Ci sono alcuni personaggi di Dostoevskij che hanno dei fottoni (trad. dal pavese arrabbiature) pazzeschi. Sono i miei preferiti e a lui, al Dosto, le arrabbiature vengono benissimo. E al clou del fottone vogliono sputare. Tipo Dimitrij il mio adorato dei fratelli Karamazov dice

Pëtr Aleksandrovič Miusov, il mio parente, ama che nel discorso ci sia plus de noblesse que de sincérité, mentre io al contrario amo che nel mio discorso ci sia plus de sincérité que de noblesse, e… ci sputo sulla noblesse!

Ci sputo sopra al suo rammarico! P.665

E anche ne Il giocatore dice a un certo punto che vuole sputare nel caffè del monsignore.

Voglio fare t-shirt a nastro!

domenica 29 aprile 2018

Lezioni di letteratura russa

È difficile astenersi dal conforto dell’ironia, dal lusso del disprezzo, quando si considera il disastro che mani remissive, obbedienti tentacoli guidati dal gonfio polipo dello Stato, sono riuscite a fare di quella cosa ardente, libera e fantasiosa che è la letteratura. Dirò di più: ho imparato a far tesoro del mio disgusto, perché so che, standomi questo così a cuore, sto salvando ciò che posso dello spirito della letteratura russa. Subito dopo il diritto di creare, quello di criticare è il dono più ricco che possa offrire la libertà di pensiero e di parola. Voi che vivete nella libertà, in quell’aria aperta spirituale in cui siete nati e cresciuti, rischiate di recepire le storie di vita carceraria provenienti da terre remote come
esagerazioni diffuse da ansanti fuggiaschi. Che esista un paese dove per quasi un quarto di secolo la letteratura si è limitata a illustrare gli slogan propagandistici di un’azienda di mercanti di schiavi, appare quasi incredibile a persone per le quali leggere e scrivere libri significa avere ed esprimere opinioni personali. Ma, anche se non credete nell’esistenza di queste condizioni, potete almeno immaginarle, e una volta che le avrete immaginate vi renderete conto con nuova purezza e fierezza del valore dei veri libri scritti da uomini liberi per essere letti da uomini liberi.
Vladimir Nabokov

lunedì 16 aprile 2018

Noblesse

Pëtr Aleksandrovič Miusov, il mio parente, ama che nel discorso ci sia plus de noblesse que de sincérité, mentre io al contrario amo che nel mio discorso ci sia plus de sincérité que de noblesse, e… ci sputo sulla noblesse!

domenica 15 aprile 2018

Faccia di bronzo

A parte ribaltarti il linguaggio e il pensiero, come un aratro la zolla,  Dostoevskij è fonte inesauribile di insulti.

Nella vita reale è tutto un cazzostronzovaffanculo tanto che non si offende più nessuno allora ho deciso di creare un repertorio di insulti nuovi tipo
"Faccia di bronzo e coscienza di Karamazov".
Insuperabile maestra la grande Grazia Cherchi che a un tassista maleducato disse Lei è un malvissuto.
Illustrazione Ilya Donets

domenica 8 aprile 2018

Non so a chi, non so perché

Paolo Nori nel suo libro Pancetta parla di Chlebnikov. Una signora gli porta un libro da autografare e lui scrive "Non so a chi, non so perché".
Pancetta, Paolo Nori, Feltrinelli, 2004 p.31

martedì 6 marzo 2018

Poliksena Toropeckaja

"Poliksena Toropeckaja, incipriata e tranquilla, stava seduta al suo tavolino e scriveva a macchina. Io feci un inchino mettendocela tutta per essere disinvolto e nello stesso tempo pieno di dignità".

Un giorno scriverò un libro sull'importanza delle dattilografe nella letteratura russa. #ilmioannorusso
Lei è una figura strepitosa.

E anche io cerco di sembrare disinvolta. Ma sono tempi dove non capisco quello che succede intorno a me. E fatico a rimaner disinvolta e piena di dignità.
È il post elezioni, passerà.

domenica 4 marzo 2018

3 mesi di Russia

Il mio anno Russo: 3 mesi.

Il teatro

Una sensazione di amarezza s'impadroniva di me quando terminava la rappresentazione e bisogna uscire sulla strada. Avrei tanto voluto indossare uno di quei costumi degli attori e prendere parte all'azione. Per esempio mi sembrava che sarebbe stato bellissimo entrare all'improvviso in scena di lato con un colossale naso finto da ubriaco con la punta in su,  un caffettano marrone, un bastoncino, una tabacchiera in mano e dire qualcosa di molto buffo, e cercavo di inventare una cosa buffa da dire, stretto nella fila degli spettatori. Ma erano alti a pronunciare buffe battute, scritte da altri e la sala, ogni tanto scoppiava a ridere. Non ho mai provato in vita mia né prima né dopo questo evento, un godimento più intenso.
Romanzo teatrale, M. Bulgakov BUR

sabato 3 marzo 2018

Chiacchiericcio primaverile

Prima di tutto bisognava vivere  e per vivere bisognava guadagnare. Così la piantai con questo chiacchiericcio primaverile e mi misi in cerca di guadagno.
Romanzo teatrale, M. Bulgakov BUR

venerdì 2 febbraio 2018

Professore? No, Maestro.

Bulgakov è antalgico.
Bellissimo ok. Ma andrebbe letto a 15 anni quando si è "scemi" ma si capisce tutto. Sto facendo la stessa fatica che ho fatto a leggere Siddarta a 40 anni.
Mi inquieta. Che non è mica detto che è una cosa brutta. È una cosa.
Felice tra poco che qualcuno alla nostra scuolina su Bulgakov mi avvicini al mistero di questo libro.
Il Maestro e Margherita, M. Bulgakov. BUR
P.s.
A proposito c'è un punto in cui arriva il Maestro, a metà quasi del libro. E uno dei 124 personaggi gli dice lei è professore?  No Maestro.
A Pavia in Università c'era un professore di filosofia medievale che era un genio puro. Feci anche un bell'esame. Forse il piu bello. Era anziano sembrava Sartre ma senza dolcevita, era sempre circondato da ragazze giovani e molto belle. Oggi si chiamerebbero fighe indie come dice la Tesio.
E lo accerchiavano e lo chiamavano Maestro, Maestro.
E la trovavo una cosa che mi faceva sorridere forse perche venivo dalla campagna. E c'era li intorno a quella parola, Maestro, il diavolo,  una certa tensione erotica. Chissà.
#ilmioannorusso #leggereirussicomegliharmony
P.s.2 scrivo sempre prima di piangere dall'osteopata. È antalgico.

martedì 30 gennaio 2018

Il mio anno russo: due mesi

La vedi la vastità della Russia e del ...

Due mesi di Russia. Una pagina bianca. Tabula rasa. Questo dell'anno russo è in fondo un progetto di ignoranza poiché non ne sono niente di letteratura russa.
Quando ho iniziato ai primi di dicembre era tutto un libro bianco. Che vergogna.
Dopo "solo" Delitto e Castigo, l'Idiota, il giocatore e i demoni ora si alza qualche pop up come nei libri per i bambini: alberi, le betulle da cui si ricavavano le verghe.
Le distanze. La prima parola che ho imparato in russo è versta. 
Treni che vanno avanti e indietro tra Mosca e Sanpietroburgo.
Mantelline di loden più adatte a Voghera, tulup di agnello che è un cappotto. Il the servito con il pane e la carne fredda. E poi intrighi, donne volitive che non potendo fare carriera loro la fanno fare ai mariti,  uccidendoli di ansia. Rubli nel fuoco.
Assassini che svengono e prostitute dal grande cuore. Grazie Fëdor ci ribecchiamo ad aprile adesso faccio un salto in avanti per il corso monografico su Bulgakov. Eskereeee come dicono i giovani.

È finito

Birra e bibite.
Vicino al nostro ufficio c'è un ristorante famigliare. Modesto e sempre pieno.
Lo abbiamo sempre chiamato È finito.
Dove andiamo? Al Borgo? No dai andiamo da è finito.  Perché quando arrivavamo a mangiare io e i miei colleghi c'era sempre, dico sempre, qualcosa che era finito.
Una volta anche la Coca Cola e un mio collega, roby, si era arrabbiato tantissimo.
Ma come è finita la Coca Cola?
Tanto domani chiudiamo. Andiamo in ferie.
E allora???? Mica va a male!
Seguirono bestemmie.
A volte finivano anche i secondi e un altro mio collega Michele chiese allora con assoluta nonchalance un plateau di formaggi manco fossimo in Costa Azzurra e non in una trattoria di Lambrate.
E con sconcerto gli portarono una fetta di stracchino e bon.
Insomma Il Maestro e Margherita comincia così due vanno a bere a un chiosco ed è tutto finito. #bulgakov

Marengo

I tassisti delle 6.15 del mattino spesso mi chiedono dove vado. Questa mattina il taxista molto gentile me lo ha chiesto. E poi anche io ho chiesto ma lei finisce o inizia la giornata.
Turno delle 5 a.m.15. Ma oggi stacco prima mi spiega.
Alle 2 e mezza voglio essere in acqua
Chi nuota è così dice acqua non piscina.
Anche io.
Oh beato lei io ho la spalla congelata non posso nuotare.
E lui io: io ho il ginocchio che è andato a Marengo.
E io allora impassibile è un ginocchio che ha combattuto.
Sì tanto sono stato un maratoneta da giovane.
Epica del dolore.

mercoledì 24 gennaio 2018

Confetti

Anche le signorine sognavano una grande quantità di confetti e di marmellata e qualche altra cosa inaudita.
I demoni, F. Dostoevskij

mercoledì 10 gennaio 2018

Tipografia

"Io voglio realmente pubblicare quel libri e fondare una tipografia".
Liza ne I Demoni ha un progetto lavorativo. Editoriale.
Prima figura femminile del mondo di Dostoevskij che ho incontrato finp ad ora che non è misera,  è molto ricca ma non vuole solo tessere conversazioni e intrighi.
I demoni, FD p.163 Mondadori

sabato 6 gennaio 2018

Due vasi cinesi

Vi mando un tappeto di Buchara e due vasi cinesi

Rapporti di potere

Rapporti di potere o meglio sudditanza psicologica: le due pagine dei demoni di Dostoevskij dove il narratore incontra Karamazinov, la caricatura di Turgeniev.
Capolavoro.
Quando Turgeniev fa cadere il portafoglio.

venerdì 5 gennaio 2018

martedì 2 gennaio 2018

Scivola

È come quando si scivola con una slitta lungo una china innevata,  sempre più veloce,  sempre più veloce.
F. Dostoevskij Il giocatore

La nostra Mosca

Se si potesse tornare al più presto alla nostra Mosca! E cos'è che non abbiamo a casa nostra, a Mosca?
Il giardino, dei fiori che qui nemmeno esistono, un profumo, siamo pieni di meli, c'è vastità... no, c'era bisogno di venire all'estero?

Il giocatore, F. Dostoevskij

lunedì 1 gennaio 2018

Voglio giocare per me

Consegnai a Polina la sua vincita e le comunicai che un'altra volta non avrei più giocato per lei.
Perché mai?
Perché voglio giocare per me.
Il giocatore, F. Dostoevskij

Il caffè

Sappiate che io ci sputo nel caffè del vostro monsignore!
Il giocatore F. Dostoevskij

Biot

Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...