martedì 21 settembre 2010

Veneri

Giorni di Fiere.
Miodio mesi di fiere.
Quindi 45 minuti in piedi.
Ancora caldo e quindi i finestrini abbassati
che pur non refrigerando niente,
mi impediscono di ascoltare i Radiohead.
Ovviamente solo una canzone in loop.

http://www.youtube.com/watch?v=AxvTOxeeFSA

Perché io la musica la ascolto così.
Una canzone per volta.
Milioni di volte.
Poi passo alla seconda traccia. E' così da sempre.
E sarà sempre così.
La metro è piena di Veneri.
Hostess? Modiste? PR?
Modelle no. Sono donne con femori "normali".
Belle ma normali.
Eleganti. Molto eleganti.
Quindi non sono modelle.
Le modelle si impongono per bellezza e altezza...
ma spesso sono vestite in modo assurdo.
Direi quasi sciatto.
La Venere di oggi è bassina.
Giovane.
Vestito cortissimo e leopardato.
Ho sempre pensato che il leopardato fosseuna roba da menopausa...
invece ecco 'sta Venere di 20 anni.
Vestito leopardato e stivali bianchi.

Oddio non stiamo a sindacare.

Occhialoni da sole grandi da insetto.

Che vita da insetti qui sotto in metropolitana...

Anyway è un amore.
La sua borsa di tela è aperta.
E intravedo una scatola tipo Menokal Kilokal Saichekal....
cara Venere anche tu sei umana allora.

venerdì 17 settembre 2010

Il Capitale

Ho un amico carissimo che odia il marketing.
I call center.
Le carte fedeltà.
Le pubblicità.
Tutto.
Come il Santo che quando faccio shopping
mi bisbiglia PRODUCI CONSUMA CREPA dei CCCP.

Anzi adesso che ci penso tutti i miei amici sono così.

Tutto ciò invece occupa il 90% della mia giornata vigile.
Redemption. Customer Satisfaction.
Dalle 9 alle 19.
Più o meno.

Oggi però ho letto un atto di un congresso
che mi ha fatto sollevare il sopracciglio.
Ovvero il massimo dell'indignazione che posso
permettermi in azienda.

"La perdita di anonimato da parte dei clienti
supporta l'impresa nella costruzione del capitale relazionale,
ritenuto la più importante fonte di vantaggio competitivo".


Che abbia ragione il mio amico Massimo?
Che abbia ragione il Santo?
Che brandirebbero ben altro Capitale!
E lo spaccherebbero in testa a chi so io

giovedì 16 settembre 2010

Riprese

Sul treno si sentono un sacco di conversazioni.
Succedono tante cose.
Le più noiose sono quelle di lavoro.
Le parole sono sempre le stesse:
Briefing.
Ansia.
Il cliente mi ha chiesto.
I KPI...
Ma i pezzi più belli sono quelli delle storie d'amore.
Quello che non senti... lo aggiungi tu.
Conversazioni sul treno andando nel profondo nordest.
Senti ma come facciamo?
Allora parti?

- Niente messanger per un mese.
- Niente messanger.
- Niente sms.
- Neanche una mail?
- No le mail meglio di no.
- Twitter?
- Ma dai neanche lo status su Facebook?
- No dico la casella "A cosa stai pensando?"
- Meglio di no.
- In fondo se ti colleghi a Facebook non fai niente di male...
non attiri l'attenzione. Così capisco cosa fai...
- Silenzio
- Dai scusa meglio Facebook che se ti mando un sms e lo guardi di soppiatto e succede un casino...
- Silenzio
- Ma pensi che ci sia un momento giusto per chiamarti?
- No non ci sarà momento giusto.
- Ah... va bbe'
- Ci sentiamo a settembre
- Quando riprende il lavoro,a settembre, riprendono un sacco di cose.

La mosca

Sono una donna sostanzialmente fatta per la città.
Per le strade.
Per i giardini curati.
Per i marciapiedi.
Odio la campagna.
I boschi.
I prati.
Gli insetti.

La domenica mattina,
quando ero piccola mia mamma mi mandava a
svegliare mio padre... lui mi faceva scappare
bisbigliando: la mosca, la mosca.
Guarda che c'è una mosca.

Questa mattina in metropolitana un uomo e una donna
stavano parlando di un annuncio.
Casa in Largo Cairoli 650.000 euro.
Erano lì a tramutare con difficoltà (?!!)
la cifra in lire.
Le porte della metro si aprono come uno schiaffo,
come sempre, e sento lei sbraitare:
650.000 euro per una casa in città.
Con lo smog.
Il traffico.
Il casino.
Ma andate tutti a cagare!
Sbabammmmm!

martedì 14 settembre 2010

Una signora con in testa un tetto

Terza e quinta elementare.
La prima domanda, per tutti, è un classico.

Dove siete stati in vacanza?

Sul Partenone. (?!)
Ma non ci sono tutti i pezzi perché li hanno rubati.
Li hanno portati a Berlino.
E poi ho visto le Cariatidi che sono delle signore alte alte
con in testa un tetto.

Amo il dono della sintesi e il dono della poesia delle mie figlie.

domenica 12 settembre 2010

L'arrosto della domenica

Ho sempre abitato in Italia,
tranne brevi periodi all'estero per lavoro
o per studio.
E ho sempre abitato in un palazzo.

Il profumo delle mia domeniche
è questo che sento ora: il profumo dell'arrosto.
Arrosto e rosmarino.

E' dalle 7 che qualcuno, una donna ovvio,
nel mio palazzo ha messo in forno l'arrosto della domenica.

venerdì 10 settembre 2010

Senza spine

Ho trovato la risposta su una confezione di pesce surgelato eismann.
Ingredienti e raccomandazioni su ogni confezione di alimenti: che fonte!
Scorro le avvertenze in lingua inglese,
e solo in questa lingua c'è scritto:

Sebbene abbiamo usato la massima cura nel trattare questo pesce
non possiamo assicurare che sia BONE FREE. Senza spine.

Prima nota, adoro gli inglesi.
Sono un popolo superiore e non supererò mai lo shock
di non aver passato il Business English Higher.
Seconda nota: le figlie ri-cominciano la scuola.
Terza e Quinta elementare.
E' una cosa immensa quando si hanno otto e dieci anni.
E benché mettiamo sempre la massima cura io e il Santo in fatto di scuola,
non è detto che sarà "bone free".
Speriamo ogni anno che anche le maestre ci mettano la massima "cura".
Purtroppo qualche spina ci sarà.
Perché è vero cara somara Gelmini che è importante essere preparati
ma è più importante essere "accorti".
La cura, cara Ministra.
Anche nell'usare le parole. Anzi la "curezza" come dice la mia Madda.
Come la cura di quelli della eismann nel confezionare la limanda impanata,
ma solo quella inglese!

Tutte cose immense, ognuno per la sua età e per la sua larghezza di ala.
Buon inizio a tutti.
Baci a pioggia e via sereniiiiiiiiii.

giovedì 9 settembre 2010

L'uomo con la sciarpa

La metropolitana.
Giorni di Fiera.
Si capisce. La metropolitana è piena di gente.
Sale un gruppo di 5 uomini giapponesi.
Da lontano sembrano un plotone della yakuza, la mafia giapponese.
Li guardo bene. Sono businessman.
Anche gli appartenenti alla Yakuza sono businessman.
Sono eleganti con begli accessori.
Tutti vestiti bene.
Gessato nero e belle camicie azzurre.
Solo uno, il mio preferito, è fuori dal coro.
Ha una sciarpa con i fiori e una spilla di feltro.
Sempre un fiore.
Si libera un posto e qui parte una danza fantastica.
Tutti guardano, ne sono sicura, il più alto in grado gerarchico
per farlo sedere.
Senza parlare.
Inclinando un poco la testa e sorridendo tutti.
Lui rifiuta, sempre con un cenno con la testa e tanti sorrisi.
Allora la danza ricomincia.
Tutti si rivolgono al secondo, in ordine gerarchico e così via...
fino all'ultimo.
L'uomo con la sciarpa e il fiore.
Rifiuta a sua volta.
Nessuno si siede.
Ovvio.
Si ricontattano tutti con lo sguardo e nessuno si siede.
Scendono.
Destinazione Fiera.

Biot

Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...