lunedì 26 agosto 2019

Le fanciulle in fiore

Il vigore fisico delle fanciulle in fiore.
Il salto dell'ottuagenario.
Subito dopo non stare bene, non riuscire ad alzarsi.
Poi con Saint-Loup il viaggio a Rivebelle.
La sensazione di stare bene.

Riacquistare densità

Le persone che non avevano più importanza, e che noi soffiavamo via come bolle di sapone, riacquisteranno domani la loro densità; di nuovo bisognerà sforzarsi di riprendere lavori che non significavano più nulla. Peggio ancora, questa matematica di domani, che è la stessa di ieri, e che ci rimetterà inesorabilmente di fronte agli stessi problemi, ci condiziona persino in quelle ore, anche se noi soli non ce ne avvediamo.

sabato 24 agosto 2019

Doccia fredda

«Allora, ce ne infischiamo della vecchia nonna, eh? mascalzoncello!
— Ma veramente, signore, io l’adoro!...
— Signore, replicò allontanandosi d’un passo, e in tono glaciale, siete ancora giovane, dovreste approfittarne per imparare due cose: la prima, astenersi dall’esprimere sentimenti troppo naturali per non lasciarli sottintesi; la seconda, non partire lancia in resta per rispondere a ciò che vi si dice senza averne, prima, penetrato il senso. Se, un istante fa, aveste preso questa precauzione, vi sareste risparmiato la figura di parlare a vanvera come un sordo, aggravando così con una seconda ridicolaggine quella di portare delle ancore ricamate sul costume da bagno. Mi serve un libro di Bergotte che vi ho prestato. Fatemelo consegnare entro un’ora da quel maître dal nome risibile e mal portato, ammesso, come suppongo, che a quest’ora non stia dormendo. Mi vedo costretto a riconoscere che vi ho parlato troppo presto, ieri sera, delle seduzioni della giovinezza, vi avrei reso un miglior servigio parlandovi della sua sbadataggine, delle sue incongruenze e incomprensioni. Spero, signore, che questa piccola doccia vi risulti non meno salutare del bagno. Non restatevene così impalato, potreste raffreddarvi. Buonasera, signore.»

mercoledì 21 agosto 2019

Circondati da mostri e da dèi

Ma è caratteristico della ridicola età che stavo attraversando – un’età per nulla ingrata, anzi feconda – non consultare mai l’intelligenza, e credere che ogni minimo attributo d’un individuo faccia parte in modo inscindibile della sua personalità. Completamente circondati da mostri e da dèi, ignoriamo del tutto, o quasi, la calma. Dei gesti che abbiamo compiuti allora, ce ne sono ben pochi che più tardi, potendo, non vorremmo cancellare. Mentre dovremmo piuttosto rimpiangere d’aver smarrito la spontaneità che ce li faceva compiere. In seguito vediamo le cose con occhio più pratico, conformandoci pienamente al resto della società; ma l’adolescenza è l’unica stagione in cui ci sia stato dato d’apprendere qualcosa.

lunedì 19 agosto 2019

In faccia alle onde

La nonna sosteneva, per principio, che in viaggio non si devono coltivare relazioni, che non si va al mare per frequentare questo o quello, che c’è tutto l’agio di farlo a Parigi, che facendolo si sprecherebbe in cortesie, in banalità, il tempo prezioso che bisogna passare interamente all’aria aperta, in faccia alle onde;  e trovando più comodo supporre che tale opinione fosse condivisa da tutti nello stesso albergo, la finzione d’un reciproco incognito, al nome citato dal direttore si limitò a guardare altrove e affettò di non aver visto Madame de Villeparisis, la quale, comprendendo che la nonna non voleva dar luogo a riconoscimenti, fissò a sua volta il vuoto. Allontanandosi, mi lasciò nel mio isolamento come un naufrago cui una nave si sia apparentemente avvicinata, mentre è poi sparita senza sostare.

domenica 18 agosto 2019

Premio Goncourt Proust

https://www.doppiozero.com/materiali/il-premio-goncourt-marcel-proust

I molluschi più strani

E, di sera, non pranzavano in albergo, dove le lampade elettriche, inondando di luce la grande sala da pranzo, la trasformavano in una sorta d’immenso d’immenso e meraviglioso acquario che chiamava la popolazione operaia di Balbec, i pescatori e anche le famiglie piccoloborghesi, invisibili nell’ombra, a schiacciarsi contro la sua parete di vetro per contemplare, lentamente ondeggiante in turbini d’oro, la vita lussuosa di quella gente, per i poveri non meno straordinaria di quella dei pesci e dei molluschi più strani (una grossa questione sociale: sapere se la parete di vetro proteggerà sempre il festino degli animali meravigliosi, se l’oscura folla che scruta avidamente nella notte non verrà a coglierli nel loro acquario e a mangiarseli).

Alla Ricerca del tempo perduto, M.P. 🇫🇷❤

Romanzo pubblicato nel 1918.
Non lontanissimo, in Russia, qualcuno aveva rotto il cristallo dell'acquario.

giovedì 15 agosto 2019

La parte migliore della nostra memoria

I ricordi d’amore non fanno eccezione alle leggi generali della memoria, rette a loro volta dalle leggi più generali dell’abitudine. Siccome questa affievolisce tutto, quel che meglio ci rammenta una persona è proprio ciò che avevamo dimenticato. Ecco perchè la parte migliore della nostra memoria è fuori di noi, nel soffio di un vento di pioggia, nell’odor di rinchiuso d’una camera o nell’odore d’una prima fiammata, dovunque ritroviamo di noi stessi quel che la nostra intelligenza, non sapendo come impiegarlo, aveva disprezzato: l’ultima riserva del passato, la migliore, quella che, quando tutte le nostre lagrime sembrano esaurite, sa farci piangere ancora. Fuori di noi? In noi, per meglio dire, ma sottratta ai nostri stessi sguardi, in un’oblio più o meno prolungato. Solo grazie a quest’oblio possiamo di tanto in tanto ritrovare l’essere che fummo, situarci di fronte alle cose, così com’era situato quell’essere, soffrire di nuovo, perché non siamo più noi, ma lui, e perché egli amava ciò che a noi adesso è indifferente. Nella piena luce della memoria abituale le immagini del passato impallidiscono a poco a poco, si cancellano, non ne rimane più nulla, non le ritroveremo più.»
Alla ricerca del tempo perduto, Marcel Proust, Einaudi
libro All'ombra delle fanciulle in fiore.

le parole sono tutto quello che abbiamo

Le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste, con la punteggiatura nei posti giusti in modo che possano dire quello che devono dire nel modo migliore. Se le parole sono appesantite dall’emozione incontrollata dello scrittore, o se sono imprecise e inaccurate per qualche altro motivo – se sono insomma sfocate – fatalmente gli occhi del lettore scivoleranno sopra di esse e non si sarà ottenuto un bel niente.
Carver, Il mestiere di scrivere, Einaudi

mercoledì 14 agosto 2019

Vizio innocente

Ho letto molto perché appartenevo a una famiglia in cui leggere era un vizio innocente e tradizionale, un’abitudine gratificante, una ginnastica mentale, un modo obbligatorio e compulsivo di riempire i vuoti di tempo, e una sorta di fata morgana nella direzione della sapienza. Mio padre aveva sempre in lettura tre libri contemporaneamente; leggeva «stando in casa, andando per via, coricandosi e alzandosi» (Deut. 6.7); si faceva cucire dal sarto giacche con tasche larghe e profonde, che potessero contenere un libro ciascuna.

Primo Levi, Le nostre radici, in I luoghi di Levi tra letteratura e memoria, a cura di Giorgio Brandone e Tiziana Cerrato, Liceo Classico “D’Azeglio” Torino (2008).

domenica 11 agosto 2019

Le malattie delle persone intelligenti

«Vi curano bene? mi chiese Bergotte. Chi si occupa della vostra salute?» Gli dissi che m’aveva visto, e probabilmente m’avrebbe rivisto, il professor Cottard.

Cottard. «Ma non è quello che ci vuole per voi! protestò. Non lo conosco come medico, ma l’ho visto da Madame Swann. È un imbecille. Anche ammettendo che questo non gli impedisca di essere un buon medico, cosa che pure stento a credere, gli impedisce di essere un buon medico per artisti, per persone intelligenti. Persone come voi hanno bisogno di medici giusti, direi quasi di regimi, di medicine particolari. Cottard vi annoierà, e basterà la noia a rendere inefficaci le sue cure. E poi la cura non può essere la stessa per voi e per un individuo qualunque. Tre quarti delle malattie delle persone intelligenti vengono dalla loro intelligenza.

Link

Fai quello che ti viene meglio, per il resto aggiungi un link. Jeff Jarvis

Le cose che mi riempiono la testa

Da dove trai ispirazione? Quali cose ti riempiono la testa? Che cosa leggi? Sei abbonato a qualcosa? Quali siti Internet visiti? Che musica ascolti? Che film guardi? Ti interessa l’arte? Che cosa collezioni? Che cosa c’è nel tuo album di ritagli? Che cosa attacchi sulla bacheca sopra la scrivania? Che cosa infili nel frigo? Chi ha creato le opere che ammiri? Da chi rubi le idee? Hai qualche eroe? Chi segui online? Chi sono i migliori nel tuo campo? Da dove trai ispirazione? Quali cose ti riempiono la testa? Che cosa leggi? Sei abbonato a qualcosa? Quali siti Internet visiti? Che musica ascolti? Che film guardi? Ti interessa l’arte? Che cosa collezioni? Che cosa c’è nel tuo album di ritagli? Che cosa attacchi sulla bacheca sopra la scrivania? Che cosa infili nel frigo? Chi ha creato le opere che ammiri? Da chi rubi le idee? Hai qualche eroe? Chi segui online? Chi sono i migliori nel tuo campo? Vale la pena condividere quel che ti influenza, perché aiuta gli altri a capire chi sei e che cosa fai: a volte, ancor di più del tuo stesso lavoro.

Semina come un artista, A. Klein

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Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...