sabato 24 agosto 2019

Doccia fredda

«Allora, ce ne infischiamo della vecchia nonna, eh? mascalzoncello!
— Ma veramente, signore, io l’adoro!...
— Signore, replicò allontanandosi d’un passo, e in tono glaciale, siete ancora giovane, dovreste approfittarne per imparare due cose: la prima, astenersi dall’esprimere sentimenti troppo naturali per non lasciarli sottintesi; la seconda, non partire lancia in resta per rispondere a ciò che vi si dice senza averne, prima, penetrato il senso. Se, un istante fa, aveste preso questa precauzione, vi sareste risparmiato la figura di parlare a vanvera come un sordo, aggravando così con una seconda ridicolaggine quella di portare delle ancore ricamate sul costume da bagno. Mi serve un libro di Bergotte che vi ho prestato. Fatemelo consegnare entro un’ora da quel maître dal nome risibile e mal portato, ammesso, come suppongo, che a quest’ora non stia dormendo. Mi vedo costretto a riconoscere che vi ho parlato troppo presto, ieri sera, delle seduzioni della giovinezza, vi avrei reso un miglior servigio parlandovi della sua sbadataggine, delle sue incongruenze e incomprensioni. Spero, signore, che questa piccola doccia vi risulti non meno salutare del bagno. Non restatevene così impalato, potreste raffreddarvi. Buonasera, signore.»

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