martedì 22 giugno 2010

Flagellazione

Quasi un infarto.
Domenica mattina ore 10 in punto.
Piscina Cozzi, viale Tunisia.
Corsie già piene con gli accaniti.
Li vedi che sono accaniti e si fanno guidare dai numeri.
Lo capisci. Lo capisci da come ti passano di fianco.
E li "senti" che pensano:
"A stile libero ne faccio 30 da 33.3 (lunghezza dell vasca)
e poi mi fermo. Passo a dorso e ne faccio 33 ... è una Cabala personale e liquida.
Magia dei numeri.
Questa mattina il conto faticosissimo delle vasche è stato interrotto.
Forse compromesso per sempre.
Un uomo passeaggiava sul fondo della vasca... senza bombole.
Senza muta.
Apparentemente senza zavorre... passeggiava.
Come se fosse stato in corso Buenos Aires.
Io sopra 4,5 metri che faccio il mio onesto stile libero...e lui sotto... come in una realtà parallela.
Non mi è mai capito di pensare di avere una visione in acqua.
Anche se ho passato migliaia di ore della mia vita in piscina,non mi è mai capitata una scena simile.
Torno veloce veloce per vedere se è vero.
Ora gli uomini sono due.
Passeggiano vicini in questa scatola prospettica turchese
e mi sembrano i due personaggi della Flagellazione di Piero della Francesca.
Sono totalamente incongrui rispetto quello che li circonda.
Io arrivo, tocco con la mano destra il bordo.
Faccio una mezza capriola per tornare indietro
e un altro signore si butta in acqua e senza "pesi" nuota giù in fondo.
Raggiunge anche lui il pavimento.
Si unisce al gruppo e passeggia anche lui.
Non resisto. Faccio ciao con la mano. Come i bambini.
Forse li distraggo.
Forse rompo qualche equilibrio segreto.
Il gruppetto si scioglie e forse indispettiti tutti e tre tornano in superficie.
Veloce torno dalla parte opposta e esco.
Poesia turchese.

domenica 20 giugno 2010

E comunque

Finito Harry Potter le figlie leggono l'Iliade.
Anzi viene letta loro.
Conversazioni andando a scuola: mah.. di cosa parla l'Iliade?
Risposta (anni 8): E' una storia d'amore e di guerra.
Ma io di amore ne ho visto poco.
E comunque da grande voglio essere come Elena.
Non ho parole.

« E molte vite sono morte per me sullo Scamandro,
e io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,
ritenuta da tutti traditrice di mio marito
e rea d'aver acceso una guerra tremenda per la Grecia. »
(Commento di Elena. Euripide, Elena, versi 502-505.)

Vabbe' con Euripide aspettiamo ancora un po'.

Gratta e vinci

Ore 5.50. Buio.
E' ancora notte alle 5.50.
Il 5, nel senso del tram, è vuoto.
Sferraglia con cattiveria.
Dingdingding.
Sembra un tram di San Francisco.
L'America a Milano.
Taglia Corso Buenos Aires e baamm per qualche secondo vedi le luci e i negozi.
E in fondo Piazza Loreto.
E poi di nuovo riprende il suo corso buio con la sua lucina davanti...
verso la Piscina Cozzi.
Sul tram siamo solo io e un ragazzo.
Entrambi, anzi ambedue come scriverebbe Eugenio Scalfari,
cerchiamo qualche cosa.
Il ragazzo ha un gratta e vinci in mano.
Cerca il colpo grosso. Ah la fortuna!
Fortuna che forse non gli farebbe più prendere il tram a quell'ora.
Che gesto intimo... grattare lì il gratta e vinci.
In un luogo pubblico.
Su un mezzo pubblico!
Come tutti i gesti legati ai sogni, dovrebbe essere nascosto, discreto.
Dovrebbero fare nelle tabaccherie degli angoli riparati...
come nelle scuole per le elezioni.
Matita copiativa con scritto 1,2,3 e la tendina marrone.
Che intimo far vedere la faccia della propria delusione.
Niente cornucopia.
Niente vincita.
Domani ancora sveglia presto e via di nuovo a tirare la lima, come diceva mio nonno.
In colpa per aver assistito a tutto ciò penso al "mio".
Io cerco molto meno.
Scendo e via verso i miei Caraibi a 4 euro a cercare la bracciata perfetta.

Biot

Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...