Quasi un infarto.
Domenica mattina ore 10 in punto.
Piscina Cozzi, viale Tunisia.
Corsie già piene con gli accaniti.
Li vedi che sono accaniti e si fanno guidare dai numeri.
Lo capisci. Lo capisci da come ti passano di fianco.
E li "senti" che pensano:
"A stile libero ne faccio 30 da 33.3 (lunghezza dell vasca)
e poi mi fermo. Passo a dorso e ne faccio 33 ... è una Cabala personale e liquida.
Magia dei numeri.
Questa mattina il conto faticosissimo delle vasche è stato interrotto.
Forse compromesso per sempre.
Un uomo passeaggiava sul fondo della vasca... senza bombole.
Senza muta.
Apparentemente senza zavorre... passeggiava.
Come se fosse stato in corso Buenos Aires.
Io sopra 4,5 metri che faccio il mio onesto stile libero...e lui sotto... come in una realtà parallela.
Non mi è mai capito di pensare di avere una visione in acqua.
Anche se ho passato migliaia di ore della mia vita in piscina,non mi è mai capitata una scena simile.
Torno veloce veloce per vedere se è vero.
Ora gli uomini sono due.
Passeggiano vicini in questa scatola prospettica turchese
e mi sembrano i due personaggi della Flagellazione di Piero della Francesca.
Sono totalamente incongrui rispetto quello che li circonda.
Io arrivo, tocco con la mano destra il bordo.
Faccio una mezza capriola per tornare indietro
e un altro signore si butta in acqua e senza "pesi" nuota giù in fondo.
Raggiunge anche lui il pavimento.
Si unisce al gruppo e passeggia anche lui.
Non resisto. Faccio ciao con la mano. Come i bambini.
Forse li distraggo.
Forse rompo qualche equilibrio segreto.
Il gruppetto si scioglie e forse indispettiti tutti e tre tornano in superficie.
Veloce torno dalla parte opposta e esco.
Poesia turchese.
martedì 22 giugno 2010
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