domenica 29 aprile 2018

Lezioni di letteratura russa

È difficile astenersi dal conforto dell’ironia, dal lusso del disprezzo, quando si considera il disastro che mani remissive, obbedienti tentacoli guidati dal gonfio polipo dello Stato, sono riuscite a fare di quella cosa ardente, libera e fantasiosa che è la letteratura. Dirò di più: ho imparato a far tesoro del mio disgusto, perché so che, standomi questo così a cuore, sto salvando ciò che posso dello spirito della letteratura russa. Subito dopo il diritto di creare, quello di criticare è il dono più ricco che possa offrire la libertà di pensiero e di parola. Voi che vivete nella libertà, in quell’aria aperta spirituale in cui siete nati e cresciuti, rischiate di recepire le storie di vita carceraria provenienti da terre remote come
esagerazioni diffuse da ansanti fuggiaschi. Che esista un paese dove per quasi un quarto di secolo la letteratura si è limitata a illustrare gli slogan propagandistici di un’azienda di mercanti di schiavi, appare quasi incredibile a persone per le quali leggere e scrivere libri significa avere ed esprimere opinioni personali. Ma, anche se non credete nell’esistenza di queste condizioni, potete almeno immaginarle, e una volta che le avrete immaginate vi renderete conto con nuova purezza e fierezza del valore dei veri libri scritti da uomini liberi per essere letti da uomini liberi.
Vladimir Nabokov

lunedì 16 aprile 2018

Noblesse

Pëtr Aleksandrovič Miusov, il mio parente, ama che nel discorso ci sia plus de noblesse que de sincérité, mentre io al contrario amo che nel mio discorso ci sia plus de sincérité que de noblesse, e… ci sputo sulla noblesse!

domenica 15 aprile 2018

Faccia di bronzo

A parte ribaltarti il linguaggio e il pensiero, come un aratro la zolla,  Dostoevskij è fonte inesauribile di insulti.

Nella vita reale è tutto un cazzostronzovaffanculo tanto che non si offende più nessuno allora ho deciso di creare un repertorio di insulti nuovi tipo
"Faccia di bronzo e coscienza di Karamazov".
Insuperabile maestra la grande Grazia Cherchi che a un tassista maleducato disse Lei è un malvissuto.
Illustrazione Ilya Donets

domenica 8 aprile 2018

Non so a chi, non so perché

Paolo Nori nel suo libro Pancetta parla di Chlebnikov. Una signora gli porta un libro da autografare e lui scrive "Non so a chi, non so perché".
Pancetta, Paolo Nori, Feltrinelli, 2004 p.31

Biot

Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...