domenica 20 giugno 2010

Gratta e vinci

Ore 5.50. Buio.
E' ancora notte alle 5.50.
Il 5, nel senso del tram, è vuoto.
Sferraglia con cattiveria.
Dingdingding.
Sembra un tram di San Francisco.
L'America a Milano.
Taglia Corso Buenos Aires e baamm per qualche secondo vedi le luci e i negozi.
E in fondo Piazza Loreto.
E poi di nuovo riprende il suo corso buio con la sua lucina davanti...
verso la Piscina Cozzi.
Sul tram siamo solo io e un ragazzo.
Entrambi, anzi ambedue come scriverebbe Eugenio Scalfari,
cerchiamo qualche cosa.
Il ragazzo ha un gratta e vinci in mano.
Cerca il colpo grosso. Ah la fortuna!
Fortuna che forse non gli farebbe più prendere il tram a quell'ora.
Che gesto intimo... grattare lì il gratta e vinci.
In un luogo pubblico.
Su un mezzo pubblico!
Come tutti i gesti legati ai sogni, dovrebbe essere nascosto, discreto.
Dovrebbero fare nelle tabaccherie degli angoli riparati...
come nelle scuole per le elezioni.
Matita copiativa con scritto 1,2,3 e la tendina marrone.
Che intimo far vedere la faccia della propria delusione.
Niente cornucopia.
Niente vincita.
Domani ancora sveglia presto e via di nuovo a tirare la lima, come diceva mio nonno.
In colpa per aver assistito a tutto ciò penso al "mio".
Io cerco molto meno.
Scendo e via verso i miei Caraibi a 4 euro a cercare la bracciata perfetta.

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