Per motivi che non saprei neanche spiegare bene questa volta Anna Karenina non mi è più sembrato più un libro che parla di una storia d’amore. Vronskij e Anna si sono assottigliati, sono diventati la scenografia di un’altra storia, degli affreschi pompeiani, porpora e verdi. Questo spazio è stato occupato da altri colori, da altri personaggi.
Levin, per esempio, che ha fretta di mettersi i pattini sulla pista del ghiaccio del giardino zoologico. Un uomo che normalmente inciampa, che fa confusione che non ha mai la parola giusta ma che, come lo Svedese di Pastorale americana, diventa divino quando compie un gesto sportivo. Dopo di voi nessuno è stato un campione dice l’uomo dei pattini a Levin, il primo pattinatore di Russia.
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