sabato 12 gennaio 2019

Mondare il riso

Ci sono tanti libri che parlano di quando finisce un amore.
Non c'è, credo, nessun libro che spiega cosa fare quando finisce un libro gigantesco.
Intendo istruzioni precise.
Chiudetelo, mettetelo in libreria, fate un rito, spargete del sale.
Cucinate dei cavolfiori. Per esempio a Milazzo quando si cambia casa un mio amico mi ha spiegato che per il primo pranzo neĺla nuova casa si deve fare una pietanza che puzza (cavolfiore robe così) per impregnare la casa con nuovi odori. Quasi una cosa magica che scaccia gli spiriti della casa dei proprietari precedenti.

Ma con i personaggi? Come si fa? Come faccio con Jean Valejean, Javert, Gavroche.
Niente donne, sorry. Sono un po' delle tinche.
Mi dispiace ma I Miserabili è un libro di uomini, come i Fratelli Karamazov, come i Demoni, come l'Idiota e come Delitto e Castigo. Ovviamente è una mia opinione.

A Hugo vengono bene i vecchi: lo splendido nonno di Marius, monarchico che si inginocchia davanti al busto del duca di Berry. E il vecchio Mabeuf, un super mite, uno che conta poco nel libro ma che finisce per commettere un grandissimo atto di eroismo.
E io ho pensato e certo! Aveva dovuto vendere tutti i suoi libri, a quel punto è meglio morire.

Mi mancherete come dei parenti.
Quando ero molto giovane mia nonna quando mi vedeva triste perché era finito un libro la faceva corta così: mi diceva in pavese va a mundaris. Però dato che si trattava di libri  usava per l'occasione un mezzo dialetto-italiano e traduceva vai a mondare il riso.
Quando un romanzo finisce è finito.

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