La mia idea di campagna vera è lontana da qui, eppure è qui che cerco di farla resistere, in questa striscia recintata e in pendenza, dove coltivare ilreincanto partendo dallo stupore per le cose piccolissime che vivono nel terreno. Fra queste rovine approssimative, e i tentativi falliti e quelli abbandonati troppo presto; i morti e le crepe che hanno lasciato; l’inadeguatezza di fronte a ogni singola aspettativa umana (e sono infinite, sono ovunque, ci sono sempre); il tempo sprecato e quello perso e tutti i rimpianti che ci stanno nel mezzo; tutte le reazioni sbagliate, scomposte, assurde, così furiosamente fuori posto, e pure tutte quelle troppo accondiscendenti e pavide: una montagna enorme di scarti da gettare in pasto a funghi, batteri e insetti che sapranno elaborarla meglio di me, che di tutta questa perturbazione non so cosa fare se non sperare che sprofondi di strato in strato diventando materia nuovamente viva.
Barbara Bernardini
Dall'orto al mondo
Nottetempo
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