Il giocatore l'ho letto da giovane, credo in un pomeriggio, nelle edizioni Bompiani dei classici che vendevano con L'espresso negli anni '80.
Non capivo perché quando l'ho riletto in questo anno russo mi veniva in mente l'ufficio di collocamento. A proposito esiste ancora? Poi rileggendolo ho capito. A un certo punto il protagonista si arrabbia tantissimo e dice:
"Io ci sputo nel caffè del vostro Monsignore!"
Allora ho capito. Quando ero una bambina mi ricordo che quando qualcuno perdeva il lavoro si andava dal Monsignore. Mia nonna, donna devota, lo diceva a mia mamma con un po' di rimprovero perché non ci rifiutavamo di rivolgerci al Munsignur.
Era causa di mio papà e delle sue idee rosse, di giustizia e odio delle raccomandazioni. Per anni ho creduto che i Monsignori fossero una specie di agenzia interinale.
Innocenza benedetta. 3/25
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