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venerdì 15 novembre 2019

Mille e una notte

 Il concerto ebbe inizio, non conoscevo quel che si suonava, ero in un paese ignoto. Dove situarlo? Nell’opera di quale autore mi trovavo? Avrei tanto voluto saperlo e, non essendoci accanto a me nessuno cui chiederlo, mi sarebbe piaciuto essere un personaggio di quelle Mille e una notte che rileggevo all’infinito e dove, nei momenti d’incertezza, sorge improvviso un genio o un’adolescente d’incantevole bellezza, invisibile agli altri, ma non all’eroe in imbarazzo cui rivela esattamente ciò ch’egli desiderava sapere. Ebbene io fui, in quel momento, precisamente favorito da una siffatta apparizione magica. 

domenica 10 novembre 2019

ouverture

mi svegliai di buonora e, ancora mezzo addormentato, appresi dalla mia gioia che c’era, interpolata nell’inverno, una giornata di primavera. Fuori, motivi popolari finemente composti per vari strumenti, dal corno del conciabrocche alla tromba dell’impagliatore di sedie e al flauto del capraio, che grazie al bel tempo sembrava un pastore siciliano, orchestravano lievemente l’aria mattutina in una “ouverture per un giorno di festa”. Quel senso delizioso che è l’udito ci porta la compagnia della strada di cui evoca tutte le linee, disegna tutte le forme che vi passano, mostrandocene il colore. Le saracinesche del panettiere, del lattaio, abbassatesi la sera prima su ogni prospettiva di felicità femminile, si alzavano adesso con leggerezza, come i bozzelli d’una nave che disormeggia e s’appresta a filare per il mare trasparente, sopra un sogno di giovani commesse. Quel rumore di serrande di ferro che si sollevano sarebbe stato forse, in un altro quartiere, il mio unico piacere. In questo ce n’erano, a darmi gioia, altri cento, non uno dei quali avrei voluto perdere restando troppo a lungo addormentato. È l’incanto dei vecchi quartieri aristocratici quello d’essere, insieme, popolari.

venerdì 25 ottobre 2019

Fantasmi

quelle strade mi ricordavano che era mio destino inseguire soltanto dei fantasmi, esseri la cui realtà, per buona parte, stava nella mia immaginazione; in effetti, ci sono persone – ed era stato, sin dalla giovinezza, il mio caso – per le quali tutto ciò che ha un valore fisso, verificabile da altri, la fortuna, il successo, le posizioni brillanti, non contano; ciò di cui hanno bisogno sono i fantasmi.

giovedì 24 ottobre 2019

Come un gufo

io, lo strano essere umano che, aspettando che la morte lo liberi, vive con gli scuri alle finestre, non sa niente del mondo, se ne sta immobile come un gufo e, come un gufo, vede un po’ chiaro solo nelle tenebre.

Scintille: un illustratric* al giorno per un anno

Il primo Gennaio di quest'anno mi è venuta voglia di creare un manuale per me di illustratori che mi piacciono. Un illustratore o illust...