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lunedì 3 dicembre 2018

Raskolnikov

Calendario dell'avvento.
1/25 Il primo libro che ho letto è stato Delitto e Castigo. E adesso che lo sto riaprendo mi è tornata voglia di rileggerlo. La cosa che mi ricordo che mi ha stupito tanto è che è un libro dove fa caldissimo. È ambientato a luglio.
E io che non sapevo niente della Russia allora, ma anche adesso, pensavo che facesse sempre freddo come quelli che mi hanno chiesto se a Mosca questa estate c'era la neve. La Russia signori è lontana.
E dato che si chiama Delitto e Castigo non ritengo sia spoiler dire che viene ammazzato qualcuno.
Una volta in pausa pranzo sono stata cazziata perché parlavo del film Dunkirk e qualcuno mi ha detto "non spoilerare".
La seconda guerra mondiale non è spoiler.
E poi mi sono imbattuta in un dei più grandi misteri del leggere i russi: a un certo punto viene a tutti la febbre cerebrale.
E muoiono.
Ma cos'è? Io ho due amici carissimi medici ma quando li vedo dobbiamo parlare già di così tante rotture di palle che non posso disturbarli pure con la febbre di Raskolnikov. Ultima cosa quando ho visto Damiano, il cantante dei Maneskin ho pensato eccolo Raskolnikov è così. 😁 #avventosovietico #auguriateefamiglia 1/25

Romanzi non finiti

Mi piacciono i romanzi non finiti e Romanzo teatrale è un romanzo non finito, come tante opere di Bulgakov.
Una figura strepitosa di Romanzo teatrale è Poliksena Toropeckaja segretaria del teatro che è incaricata tra le altre cose di rispondere ai questuanti al telefono che vogliono i biglietti del teatro gratis.
E nessuno si sognerebbe di entrare in un negozio di alimentari e di prendere un barattolo di aringhe senza pagare dice Bulgakov. In teatro invece...
#avventosovietico 2/25

Monsignore

Il giocatore l'ho letto da giovane, credo in un pomeriggio, nelle edizioni Bompiani dei classici che vendevano con L'espresso negli anni '80.

Non capivo perché quando l'ho riletto in questo anno russo mi veniva in mente l'ufficio di collocamento. A proposito esiste ancora? Poi rileggendolo ho capito. A un certo punto il protagonista si arrabbia tantissimo e dice:

"Io ci sputo nel caffè del vostro Monsignore!"

Allora ho capito. Quando ero una bambina mi ricordo che quando qualcuno perdeva il lavoro si andava dal Monsignore. Mia nonna, donna devota, lo diceva a mia mamma con un po' di rimprovero perché non ci rifiutavamo di rivolgerci al Munsignur.
Era causa di mio papà e delle sue idee rosse, di giustizia e odio delle raccomandazioni. Per anni ho creduto che i Monsignori fossero una specie di agenzia interinale.
Innocenza benedetta. 3/25

lunedì 26 novembre 2018

È finito.

Post conclusione anno russo. 🇷🇺🇷🇺❤😭😍
E' finito.

Questa storia dell’anno russo è nata così: con uno schiaffo, anzi due. Pensandoci adesso in un modo moooolto russo.
Il primo me lo ha dato Mauro dicendomi che era ridicolo che io parlassi sempre di libri e poi non avevo neanche letto i russi. BOOM!

Secondo schiaffo Elena la mia collega, donna di numeri e grandissima lettrice, un genio totale che un giorno con una discreta asprezza, tipica sua, mi ha detto ma che cazzo leggi le biografie. Leggi le opere.

A volte riconosco la verità anche quando fa male e allora è iniziata questa idea di leggere solo romanzi russi. Insomma un progetto che parte dall’ignoranza, la mia. Elena e Mauro avevano letto tutto.

Le regole che io e Elena ci siamo date sono state poche ma ferree: leggere solo le opere, niente critica (di nascosto io ho tradito questa regola), definire un numero di pagine più o meno giornaliero e rispettare una lista di titoli decisi insieme. Come? Aprendo wikipedia pagina Capolavori della letteratura russa. Ma appena abbiamo deciso di partire con Dostevskij una incredibile forza di attrazione ha iniziato a far turbinare un sacco di eventi russi intorno a noi.

E qui c'è la meravigliosa forza della rete poiché moltissimi miei contatti hanno iniziato a inviarmi segnalazioni di spettacoli teatrali, film, presentazioni di libri e corsi di letteratura russa. Ho anche ereditato una biblioteca russa, grazie ancora Angelo Cimarosti.

Prima di tutto la mia libreria di quartiere che ha organizzato una lettura dei  Racconti di un giovane medico di Bulgakov, da parte di Paolo Nori che li ha tradotti per Marco Y Marcos. Incontro importante.

Paolo ha un bel accento emiliano e mentre legge apre le braccia e a volte si tocca il cuore come a dire dai state con me che la vediamo 'sta Russia. Il suo accento, la sua passione hanno semplificato, avvicinato e reso tutto meno astruso, più vicino tanto che sembravano i racconti di un giovane medico della Lomellina, della campagna pavese e non della lontanissima Russia.
E da lì è nata una grande febbre come dice Manganelli

Non ha senso, secondo me, dire quali siano i romanzi più belli perché appunto, basta aprire Wikipedia. E poi sono gusti. E nulla è più noioso di una discussione riguardo la superiorità dei I fratelli Karamazov o di Delitto e castigo.

L’amore, l’interesse, la passione nascono sempre da scintille, scintille che sono sempre personali.
Qualcosa che leggi e ti parla, ti risuona. Mai mi sono sentita più vicina nella vita a quello che scriveva un giovane medico nel Caucaso nel 1919, dove Bulgakov ha scritto i suoi racconti. Quel medico ero io, i suoi pazienti, il suo manuale di anatomia e la sua faccia giovane giovane.

Quindi come alcuni mi hanno chiesto vi consiglio se volete 5 cose, brevi, meravigliose che hanno una forte probabilità di farvi innamorare della letteratura russa:

1. I racconti di un giovane medico di Michail Bulgakov
2. La sparatoria di Puskin
3. La steppa di Cechov
4. Il cappotto di Gogol’

E se si accende qualche cosa, ed è molto probabile, allora può darsi che vi venga voglia di leggere anche qualche cosa di più lungo e allora leggete Il Maestro e Margherita perché è una delle cose più belle che potete fare.

Adesso ho capito che devo smettere perché oggi attraversando la strada ho immaginato che mi venisse incontro una tarantas, e gli alberi di viale Argonne mi sono sembrate betulle. Russia del mio cuore, sei stata una delle cose più belle della mia vita.

Capire la guerra

«Io più di chiunque altro sono debitore di molte cose a Stendhal. Egli mi ha insegnato a capire la guerra».
Tolstoj, Resurrezione, prefazione.
Garzanti

giovedì 8 novembre 2018

Nabokov e Cristiano Ronaldo

Ieri sera al corso di letteratura russa abbiamo discusso a lungo del libro di Nabokov su Gogol, che dovevamo leggere. Abbiamo parlato tanto della  cattiveria di Nabokov che in poche parole stava sulle palle a tutti. Dico a quelli del corso: 20 persone!
E io ho ascoltato tanto senza riuscire a dire quello che mi si è chiarito adesso, alle 6 del mattino,  dopo aver visto il goal di Ronaldo.
Che io chiamo sempre Cristiano Ronaldo perché per me Ronaldo sarà sempre Ronaldo quello che ha giocato nell'Inter e poi è diventato grassissimo.

Insomma a me CR7, la Juve, Moggi, gli arbitri, gli juventini, i gobbi maledetti (si scherza eh state boni) non mi piacciono sono interista e il tifo è generato forse più da un odio contro che da un amore per. Gli interisti odiano gli juventini più dei milanisti.
Comunque quando stamattina ho visto il goal di Ronaldo ho pensato che non mi interessa di MoggilaJuvegliarbitriigobbimaledetti ma che è stato così bello ma così bello quel goal che sono grata alla Juve che lo ha comperato.

Ecco Nabokov è così. Gli sono così grata per questo libro perché è così bravo ma così bravo che non mi interessa MoggilaJuvegliarbitriigobbimaledetti.
#ilmioannorusso #recensionialternative

giovedì 1 novembre 2018

Ispettore di ghiaie

Aveva un impiego gogoliano esperto e ispettore di ghiaie. Ne era felice: stipendio modesto, poco lavoro e nessuna prospettiva, in compenso capi accomodanti e paciosi che ai limitavano a soddisfare la norma minima di produzione.
Serena Vitale A Mosca, a Mosca

domenica 28 ottobre 2018

Ma in realtà i loro occhi

Parlavano dell’ingiustizia del potere, delle sofferenze degli infelici, della povertà del popolo, ma in realtà i loro occhi, che si guardavano, protetti dalla conversazione, chiedevano senza posa: «Puoi amarmi?» e rispondevano: «Posso», e il richiamo sessuale, prendendo le forme più inaspettate e rosee, li attirava l’uno verso l’altra.
Resurrezione, Tolstoj

sabato 13 ottobre 2018

Come semi di papavero

"L'artista deve mangiare marmo e gesso, che qui abbondano, inebriarsi delle stelle della notte, che qui risplendono di uno splendore rato, riempirsi gli occhi di monaci e abati, che cospargono le vie come i semi di papavero".
N. Gogol'
Lettera a A. Danilevskij, 15 aprile 1837

lunedì 24 settembre 2018

Vestiti che vanno in pezzi

Bulgakov è uno splendido artista disuguale. Quando per esempio, leggo Il Maestro e Margherita... Sono come vestiti che vanno in pezzi per la pioggia e l'umidità.
Viktor Šklovskij, testimone di un'epoca, conversazioni con Serena Vitale
Editori Riuniti

mercoledì 15 agosto 2018

Letture

Letture a non finire di Guerra e Pace, dell'Eugenio Onegin e degli altri poemi di Puskin. Leggevano nella traduzione Rosso e Nero di Stendhal, Le due città di Dickens e i racconti brevi di Kleist.
Dottor Zivago, Boris Pasternak, Feltrinelli

martedì 26 giugno 2018

Un enorme campo di grano saraceno

Guarda orfano.
Agli occhi addormentati del ragazzo la città apparve come un enorme campo di grano saraceno: fitta, variopinta, si estendeva senza fine, in mezzo spuntavano come i fiori gialli le Cupole d'oro delle chiese e le strade la solcavano come pieghe scure.  La città facendosi più grande diventava sempre più variopinta verde, rossa, grigia, oro, brillava tutta riflettendo i raggi del sole sui vetri delle infinite finestre e sulle Cupole d'oro delle chiese accendeva nel cuore l'attesa di qualcosa di straordinario.

Romanzo di un uomo inutile, M. Gorkij, UTET p.18

domenica 17 giugno 2018

Questo Dostoevskij galleggia

È stato bello ieri in libreria ascoltare il professor Malcovati. Ho scoperto che ha insegnato russo anche all'università di Pavia ma allora, quando studiavo lì, non piegavo ancora verso la Russia.
Anzi la Russia non esisteva.
Ieri ci ha un po' strapazzato come fa lui. Con quel sadismo che a me diverte molto anche se a volte sei lì in bilico tra lo mando a fare in culo o rido?
Sicuramente avete letto X questo passo che dice... e tutti in silenzio, ansia palese. ALLORA VADO VIA.
Ma cosa siete venuti a fare se non avete letto y? Il problema è che se dici sì l'ho letto poi non ti molla e ti fa domande ultra specifiche davanti a tutti che è subito esame di maturità.
Insomma ti accorgi della differenza tra leggere e avere le cose in testa appiccicate come i post it non originali che dopo un po' si staccano dalla parete, prima si stortano e poi cadono a terra come le rondini.
E invece sapere. Avere Dostoevskij sulle punte delle dita e passare dalla scure di Delitto e Castigo alla confessione di Smerdiakoff e i rubli nella calza all'omicidio di Satov così come niente. VI RICORDATE NOOOO?
E poi digressione su Tolstoj:  vi ricordate lì la Karenina no? Che colore è  il secondo vestito? Bianco?
NOOOOO. Nero!!! 
Insomma mi sono sentita un asino.
Insomma bello.
Bellissimo. E ho pensato dobbiamo renderlo più solido 'sto Dostoevskij galleggia ancora in me come i post it di cattiva qualità.

domenica 10 giugno 2018

Chiedere permesso

All'inizio di Guerra e Pace è tutta una festa . Ma nello stesso tempo è anche  quello strano tempo di quando si aspetta che qualcuno muoia.
C'è un passo che mi ha ricordato quando è morto mio padre. A un certo punto hanno iniziato ad entrare in casa le persone a fare le condoglianze. Persone che, non avevo voglia di vedere.
Anzi che detestavo abbastanza. Un gruppo di donne della Chiesa erano arrivate per il rosario e con una energia tutta padana hanno iniziato a dire loro cose, le loro preghiere senza chiedere possiamo?

Pierre attraversò la porta, camminando sul molle tappeto, e si accorse che l'aiutante di campo, la signora sconosciuta e anche qualcuno dei domestici lo seguivano come se ormai non ci fosse più bisogno di chieder permesso per entrare in quella camera.

Ecco. Nelle stanze dove ci sono i morti si entra senza permesso.

domenica 3 giugno 2018

I camerieri di Guerra e Pace

Mi sono insopportabili le donne in Guerra e Pace. Per ora mi piacciono solo i camerieri che bevono il vino lasciato sui tavoli, che non capiscono quando i vari personaggi parlano in francese, ai quali strappano i mantelli di mano e che, secondo me, si augurano che il deficiente di Dolòchov voli dalla finestra dopo aver bevuto la bottiglia di rhum.

"Uno dei domestici, che aveva cominciato a togliere via i bicchieri, rimase mezzo curvo come si trovava, senza staccare gli occhi dalla finestra e dalla schiena di Dolòchov".

sabato 2 giugno 2018

Quelli che contano

Sembra che ci siano mille persone in Guerra e Pace.
Ma alla fine basta prendere penna e quaderno,  fare uno schema e ti accorgi che è come in Italia sono solo tre famiglie in croce quelle che contano.
Un grande cambiarsi d'abiti.
E poi certo c'è Napoleone "il più grande uomo del mondo" dice Pierre.
E la carne da cannone.
Tempi duri. Proprio come in Italia. Adesso.
#ilmioannorusso

Guerra e Pace, Lev Tolstoj, Einaudi.

mercoledì 2 maggio 2018

Ci sputo!

Ci sono alcuni personaggi di Dostoevskij che hanno dei fottoni (trad. dal pavese arrabbiature) pazzeschi. Sono i miei preferiti e a lui, al Dosto, le arrabbiature vengono benissimo. E al clou del fottone vogliono sputare. Tipo Dimitrij il mio adorato dei fratelli Karamazov dice

Pëtr Aleksandrovič Miusov, il mio parente, ama che nel discorso ci sia plus de noblesse que de sincérité, mentre io al contrario amo che nel mio discorso ci sia plus de sincérité que de noblesse, e… ci sputo sulla noblesse!

Ci sputo sopra al suo rammarico! P.665

E anche ne Il giocatore dice a un certo punto che vuole sputare nel caffè del monsignore.

Voglio fare t-shirt a nastro!

domenica 29 aprile 2018

Lezioni di letteratura russa

È difficile astenersi dal conforto dell’ironia, dal lusso del disprezzo, quando si considera il disastro che mani remissive, obbedienti tentacoli guidati dal gonfio polipo dello Stato, sono riuscite a fare di quella cosa ardente, libera e fantasiosa che è la letteratura. Dirò di più: ho imparato a far tesoro del mio disgusto, perché so che, standomi questo così a cuore, sto salvando ciò che posso dello spirito della letteratura russa. Subito dopo il diritto di creare, quello di criticare è il dono più ricco che possa offrire la libertà di pensiero e di parola. Voi che vivete nella libertà, in quell’aria aperta spirituale in cui siete nati e cresciuti, rischiate di recepire le storie di vita carceraria provenienti da terre remote come
esagerazioni diffuse da ansanti fuggiaschi. Che esista un paese dove per quasi un quarto di secolo la letteratura si è limitata a illustrare gli slogan propagandistici di un’azienda di mercanti di schiavi, appare quasi incredibile a persone per le quali leggere e scrivere libri significa avere ed esprimere opinioni personali. Ma, anche se non credete nell’esistenza di queste condizioni, potete almeno immaginarle, e una volta che le avrete immaginate vi renderete conto con nuova purezza e fierezza del valore dei veri libri scritti da uomini liberi per essere letti da uomini liberi.
Vladimir Nabokov

lunedì 16 aprile 2018

Noblesse

Pëtr Aleksandrovič Miusov, il mio parente, ama che nel discorso ci sia plus de noblesse que de sincérité, mentre io al contrario amo che nel mio discorso ci sia plus de sincérité que de noblesse, e… ci sputo sulla noblesse!

domenica 15 aprile 2018

Faccia di bronzo

A parte ribaltarti il linguaggio e il pensiero, come un aratro la zolla,  Dostoevskij è fonte inesauribile di insulti.

Nella vita reale è tutto un cazzostronzovaffanculo tanto che non si offende più nessuno allora ho deciso di creare un repertorio di insulti nuovi tipo
"Faccia di bronzo e coscienza di Karamazov".
Insuperabile maestra la grande Grazia Cherchi che a un tassista maleducato disse Lei è un malvissuto.
Illustrazione Ilya Donets

Scintille: un illustratric* al giorno per un anno

Il primo Gennaio di quest'anno mi è venuta voglia di creare un manuale per me di illustratori che mi piacciono. Un illustratore o illust...