È difficile astenersi dal conforto dell’ironia, dal lusso del disprezzo, quando si considera il disastro che mani remissive, obbedienti tentacoli guidati dal gonfio polipo dello Stato, sono riuscite a fare di quella cosa ardente, libera e fantasiosa che è la letteratura. Dirò di più: ho imparato a far tesoro del mio disgusto, perché so che, standomi questo così a cuore, sto salvando ciò che posso dello spirito della letteratura russa. Subito dopo il diritto di creare, quello di criticare è il dono più ricco che possa offrire la libertà di pensiero e di parola. Voi che vivete nella libertà, in quell’aria aperta spirituale in cui siete nati e cresciuti, rischiate di recepire le storie di vita carceraria provenienti da terre remote come
esagerazioni diffuse da ansanti fuggiaschi. Che esista un paese dove per quasi un quarto di secolo la letteratura si è limitata a illustrare gli slogan propagandistici di un’azienda di mercanti di schiavi, appare quasi incredibile a persone per le quali leggere e scrivere libri significa avere ed esprimere opinioni personali. Ma, anche se non credete nell’esistenza di queste condizioni, potete almeno immaginarle, e una volta che le avrete immaginate vi renderete conto con nuova purezza e fierezza del valore dei veri libri scritti da uomini liberi per essere letti da uomini liberi.
Vladimir Nabokov
domenica 29 aprile 2018
Lezioni di letteratura russa
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Biot
Nella guerra dei bottoni le bande rivali (di bambini) si prendono a sassate e i vincitori come simbolo, le guerre sono fatte anc...
-
Due amici e colleghi di San Ginesio avevano favorito nel 1925 l’incontro di Dolores con l’avvocato milanese Domenico Capocaccia, che si stav...
-
Conversazioni. Bar dell'ospedale. Brutto e triste come tutti i bar degli ospedali. Circa trenta Rom presidiano l'ospedale neurolo...
-
La metropolitana. Giorni di Fiera. Si capisce. La metropolitana è piena di gente. Sale un gruppo di 5 uomini giapponesi. Da lontano sembrano...
Nessun commento:
Posta un commento