Una sensazione di amarezza s'impadroniva di me quando terminava la rappresentazione e bisogna uscire sulla strada. Avrei tanto voluto indossare uno di quei costumi degli attori e prendere parte all'azione. Per esempio mi sembrava che sarebbe stato bellissimo entrare all'improvviso in scena di lato con un colossale naso finto da ubriaco con la punta in su, un caffettano marrone, un bastoncino, una tabacchiera in mano e dire qualcosa di molto buffo, e cercavo di inventare una cosa buffa da dire, stretto nella fila degli spettatori. Ma erano alti a pronunciare buffe battute, scritte da altri e la sala, ogni tanto scoppiava a ridere. Non ho mai provato in vita mia né prima né dopo questo evento, un godimento più intenso.
Romanzo teatrale, M. Bulgakov BUR
domenica 4 marzo 2018
Il teatro
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