Ho amato tanto Lessico famigliare.
E lo rileggo spesso.
Ho sempre sognato che a un certo punto venisse pubblicato Lessico famigliare parte seconda. Terza. Quarta. Quinta.
Che so alla Einaudi trovano delle carte nascoste e taac viene fuori il seguito e tutte quelle storie continuano.
È la mentalità televisiva. Seriale.
Se piace una serie, si scrive il sequel e a volte il prequel.
Purtroppo quel mondo lì, quel salotto lì non c'è più. Dove si preparava il "trattamento" per gli ospiti, arrivava Adriano Olivetti e la mamma della Ginzburg che tornava dai corsi con Felice Casorati.
A volte i desideri però si avverano.
Antonio Scurati, bravissimo, è come se avesse scritto uno spinoff.
Ha preso una storia, quella di Leone Ginzburg e ne ha ricostruito la vita eroica, seria e tragica.
Non solo, ha anche ricostruito un pezzo del suo lessico famigliare intrecciando la storia di Leone Ginzburg a quella di suo padre e di suo nonno. I Ginzburg e gli Scurati.
Chiudo il libro oggi, 4 febbraio, e scopro che proprio la notte tra il 4 e il 5 febbraio Leone Ginzburg è morto.
È morto a Regina Cieli dopo essere pestato a morte dai nazisti.
73 anni fa, nel 1944.
Oggi su Facebook se fosse una rockstar si scriverebbe RIP.
Dato che è una mia rockstar lo scrivo qui, riposa in pace.
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