martedì 18 luglio 2017

Un'educazione milanese

Insieme al sogno di una società giusta,  mio padre amava la rotondità professionale del lavoro, il progetto condotto a termine, il millimetro che decide l'efficacia di un utensile - forse erano due modalità di considerare la bontà del vivere: giustizia e giustezza.
Alberto Rollo

mercoledì 12 luglio 2017

Biblioteca di Alessandria


C'è stato un periodo della mia vita in cui i libri erano solo il loro contenuto.
E la forma non contava.
Avevano la forma "un po' così" delle edizioni Euroclub.
Era una trappola mortale.
Arrivavano a casa due libri in regalo.
Tu non li restituivi e ti trovavi impelagato per sempre in questa vendita per corrispondenza.
C'era un catalogo.
Non so se esista ancora.
Ma forse quel tipo di distribuzione lì ha avuto il merito di far arrivare i libri, prima di Amazon, in casa di quelle persone che non entrano nelle librerie.
I libri Euroclub sono stati la mia prima biblioteca di Alessandria. 
Mia. 
Personale.

Brutti, forse, nella forma ma erano libri.
E molti buonissimi.
Uno di questi è Rimini di Pier Vittorio Tondelli. Rivelazione primaria di cosa possono fare le parole.


In biblioteca, sabato, sulla mia mensola dei libri presi a caso ho trovato questo libro della Pivano.
Subito ho riconosciuto la grafica. In fondo uno stile. I libri euroclub.


E mi è venuto il magone e una profonda tenerezza per quella biblioteca che è rimasta a casa di mia mamma.
E ogni tanto penso che mia mamma quando non ci sarà più sarà atroce, sì.
E sara atroce occuparsi di quella casa.
E della mia prima biblioteca di Alessandria.

lunedì 10 luglio 2017

Alfonsina Strada

Sotto il mio ufficio, in via Ventura a Milano,  vedo spesso una macchina grigio metallizzata, lunga e sul tetto ha quelle specie di V di metallo per trasportare le biciclette.
Sulle fiancate  la scritta ALFONSINA. Un giorno ho fatto anche una foto e l'ho inviata a una cara amica Martina Faccin, che è stata una promessa del ciclismo. Avevo messo anche delle faccine 😍😃😃 tipo "che buffo nome" per un team di ciclisti. E poi saluti e baci corriamo ancora insieme. Ciao.

Pensavo a uno sponsor: che so tagliatelle Alfonsina.
Dopo anni per caso, cercando un libro sul MLOL,  la piattaforma di prestito digitale delle biblioteche, mi imbatto nella storia di Alfonsina Morini Strada di cui ho scritto ieri.
Quindi Alfonsina non era una marca di pasta. 
Ha corso in tutta Europa. Anche in Russia!
Nel 1924 ha partecipato al Giro d'Italia. Ripeto 1924.

Si è sposata, perché usava così, e incredibilmente il marito l'ha sostenuta. Alfonsina ha continuato a pedalare tutta la vita. A Milano in via Varesine ha aperto un negozio di bici con il marito.
Finito con la bici, si è comprata una Guzzi strepitosa. Poi una caduta stupida sulla Guzzi, quelle cose un po' beffarde che a volte capitano alle persone che vivono una vita pericolosissima, l'ha portata via.

A volte le storie fanno il loro giro come il vento ma se sono belle ritornano prima o poi. #alfonsinativogliobene

sabato 24 giugno 2017

Succulente

Per tutta una serie di motivi complessi questa sarà un'estate milanese.
Ma sarà bella lo stesso perché a me basta poco per stare bene.
Sono come le piante grasse.
Chiamate così impropriamente,  il nome corretto è succulente.
Allora dato che sono sempre alla ricerca di libri da leggere, ma mi annoio a leggere le recensioni, sarebbe interessante leggere tutti i libri del Premio Strega.
Sono 70.
Ne ho letti solo 12.
Ma magari non quello che ha vinto, ma gli scartati.
I quattro fatti fuori.
Per un pelo.
Per un voto in meno.
Per un caso.
Come nella vita a volte.

Scribacchio

Scribacchio, vomito poesie, per avere un terreno, un punto su cui fermarmi e dire: "Sono io".
Cesare Pavese, Lettera a Augusto Monti

sabato 10 giugno 2017

Guardati dalla mia fame

Chissà che mondo si vede da certi palazzi.
Come questo di via San Marco a Milano.
Dove passavo oggi. E mi sono fermata 5 minuti a guardare le piante.
Dipende da quando mondo si fa entrare nelle proprie case. 

1946 Andria, Puglia. 7 marzo.
Una folla di poveracci riuniti per un comizio di Di Vittorio sente un colpo di sparo proveniente, sembra,  dal Palazzo Porro.
Il Palazzo della famiglia più ricca di Andria.
Ci abitano le quattro sorelle Porro.
Niente entra del mondo nel loro Palazzo. Sono ricche ma non sanno di esserlo.
Pie, sobrie. Vivono ad occhi chiusi. 
La folla inferocita, decide che sono loro a sparare (rido) allora assalta il Palazzo,  le fa uscire e le ammazza.
È una storia atroce.
Sull'innocenza e sulla ferocia.
Sulla ferocia di chi ha fame. 

È scritto a due mani da Milena Agus che è una scrittrice sarda meravigliosa e Luciana Castellina, che è Luciana Castellina.
Anche la copertina è bellissima e il titolo che mi ripeto ogni volta che vedo un telegiornale.
Secondo me è una storia da conoscere.
E dato che tra poco inizierà lo scassamemto di maroni se è meglio la Sardegna o la Puglia e la Sicilia e lu mare e lu ventu sapere che cos'era la Puglia nel 1946 mi è piaciuto assai.
Guardati dalla mia fame
Luciana Castellina Milena Agus
Nottetempo.

sabato 3 giugno 2017

Zio Svaldo


Questa mattina riconsegno in biblioteca Il Calzolaio di Vigevano di Lucio Mastronardi.
E lo comprerò. Subito.
Archiviato nella mente nella mia categoria mentale capolavori/il lavoro dell'uomo a far compagnia a Nesi,  le stoffe; Roth i guanti e ora Mastronardi le scarpe.

Il calzolaio di Vigevano per i non pavesi è, credo, incomprensibile.
Io, pavese, cresciuta con una nonna che parlava solo il dialetto ho apprezzato.
Potrei tradurvelo volentieri.
Ma le parole sono mondi soprattutto quelle in dialetto e non sarebbe semplice. Tipo tradurre "scarus" ci vorrebbero 5 minuti. Però si può fare, nel weekend ho tempo.

In un tema alle elementari avevo scritto mio zio Svaldo invece di Osvaldo e sfalto invece di asfalto. 18 segni rossi!
Giusto.
Solo molti anni dopo studiando Gadda, Meneghello con Cesare Segre che ci prendeva a bastonate senza simpatia, ho capito che dovevo conservare quella lingua.

Ancora oggi dico "andare sul mercato" e "ti faccio un bacio" dal pavese ta fo un bas.

Grazie a Mastronardi che mi ha fatto fare un tuffo nel passato.
Zio Svaldo comunque era bellissimo, cara maestra.
Per capire cos'era Vigevano in quegli anni uno dei dossier più belli di Giorgio Bocca http://www.ascuoladigiornalismo.loescher.it/Assets/Pages/Materiali/CartaStampata/GiorgioBocca.html
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Scintille: un illustratric* al giorno per un anno

Il primo Gennaio di quest'anno mi è venuta voglia di creare un manuale per me di illustratori che mi piacciono. Un illustratore o illust...